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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Decreto Genova, i dubbi della Ragioneria di Stato

La smentita del Governo, secondo cui il decreto per Genova sarebbe in dirittura d'arrivo al Colle

Era il 14 settembre quando, in una piazza De Ferrari gremita di persone per la commemorazione delle vittime di ponte Morandi, il premier Giuseppe Conte mostrava un foglio annunciando a Genova, e all’Italia, di avere tra le mani la bozza del cosiddetto “Decreto Genova”, il documento che dovrebbe riassumere tutte le misure per gestire l’emergenza provocata dal crollo. E di cui, a 40 giorni dalla tragedia, ancora non vi è traccia.

L'ultima tegola sull'approvazione l'avrebbe fatta cadere la Ragioneria di Stato, in riferimento alla definizione delle coperture economiche: nella bozza che Conte si è impegnato a inviare al Quirinale martedì 25 settembre (giorno in cui a Genova si è tenuta l’udienza per l’incidente probatorio) gli importi sarebbero “indeterminati”, così come le fonti di provenienza. E cioè, non sarebbe chiaro né quanti soldi verrebbero erogati per Genova, né da dove proverrebbero. Ma si tratterebbe, stando a fonti vicine al Viminale, di uno dei tanti nodi da sciogliere per l’approvazione del documento. 

A distanza di poco più di 10 giorn dall'annuncio di Conte, la situazione resta quindi immutata: nulla è ancora arrivato al Quirinale né è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, come confermato anche da Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e commissario per l’emergenza, che qualche giorno fa aveva parlato di «un decreto che si aggira per l’Italia». E le richieste al governo, a livello locale e nazionale, si fanno sempre più pressanti: dov’è il decreto per Genova, e quando verrà annunciato il nome del commissario per la ricostruzione?

Il Governo smentisce

Il Governo ha smentito questa ipotesi, però, e fa sapere che il decreto per Genova sarebbe in dirittura d'arrivo al Colle.

In una nota ufficiale della Presidenza del Consiglio, si legge che «gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre». E ancora «nessun ritardo per l'avvio delle misure di sostegno contenute nel decreto tant'è che dal Mef hanno appena confermato di avere terminato le valutazioni di propria competenza e che il decreto legge sta per essere inviato al Quirinale».

Autostrade fuori da ogni fase della ricostruzione

Di risposte chiare a oggi ancora non ce ne sono, eccezion fatta per il ruolo che avrà Autostrade per l'Italia nel processo di ricostruzione: nullo. Stando a quanto riportato da Radiocor del Sole 24 Ore, il governo nel decreto stabilische che Aspi si limiti a finanziarla, senza avere un ruolo attivo. A stabilire a chi affidare l’appalto sarà il commissario straordinario (che potrebbe essere un tecnico, e non un politico), che dovrà scegliere tra almeno 5 imprese in possesso dei requisiti: escluse sia Pavimental, controllata di Autostrade per l’Italia e dunque tagliata fuori in automatico, sia Fincantieri, che pur avendo ricevuto in quanto società pubblica il benestare del governo non sarebbe in possesso delle autorizzazioni necessarie per ricostruire il ponte.

Il capitolo ricostruzione resta dunque avvolto dall’incertezza: Autostrade per l’Italia aveva garantito la possibilità di ricostruire velocemente il ponte gestendo la questione in house, ma il veto messo dal governo - che nell’ultima bozza del decreto stabilisce che il commissario dovrà affidare tutti gli appalti (progettazione, demolizioni, conferimenti in discarica, attività di ricostruzione) a società che non abbiamo alcuna partecipazione diretta o indiretta in società concessionarie di strade a pedaggio, non ne siano controllate e neppure abbiano eventuali collegamenti - blocca definitivamente questa strada, anche se a oggi Aspi resta il concessionario, almeno sino a quando non verrà ultimato il procedimento di revoca delle concessioni. E come fatto notare anche dal governatore Toti, escludere Autostrade dal progetto di ricostruzione potrebbe comportare un rischio ricorso che rallenterebbe ulteriormente il procedimento, con gravissimi danni che si ripercuoterebbero direttamente su Genova e sui suoi abitanti.

Dal tribunale, intanto, è arrivata una notizia sul possibile inizio della demolizione, a voce di Andrea Martini, avvocato della famiglia Robbiano, papà Roberto, mamma Ersilia e il piccolo Samuele, 9 anni, la vittima più giovane del Morandi: «Salvo eventuali proroghe, la demolizione potrà partire solo dopo che le prove saranno assicurate, quindi non prima di dicembre».

Toti: «Forse meglio ritirare il decreto e ricominciare da capo»

In giornata è arrivato anche il commento (non senza una punta di sarcasmo) del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: «Stupiscono e preoccupano le voci di un ulteriore stop al Decreto Genova, fermo, a quanto pare, alla Ragioneria dello Stato, ancor prima di arrivare al vaglio della Presidenza della Repubblica dove, secondo gli annunci, sarebbe dovuto arrivare già da alcuni giorni. Inoltre stupisce e preoccupa il susseguirsi di voci che modificherebbero sostanzialmente l’impronta e i contenuti del provvedimento così come concordato nella riunione di martedì scorso a palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio Conte e i suoi collaboratori: la cancellazione dei fondi relativi al Terzo Valico, uniti al blocco del MIT dei fondi già stanzianti, i finanziamenti per il porto e quelli a sostegno delle imprese. Tutti punti che risultano via via modificati e mai in modo positivo per la città e per la Regione. Resta, evidentemente, e non solo per le istituzioni locali, interamente aperto il nodo della ricostruzione sia per quanto riguarda le sue modalità sia per le coperture previste e, soprattutto, per i tempi. A tutto questo, è direttamente connesso il nodo dei risarcimenti alle molte persone danneggiate da questo tragico evento, a partire dagli sfollati per finire con le imprese».

«Di fronte a questa confusione – ha concluso il governatore - forse sarebbe opportuno abbandonare percorsi velleitari e avventurosi per ritornare sulla via maestra, prevista dalla normativa vigente e più volte suggerita dalle istituzioni locali, per ridare, nel più breve tempo possibile, questa indispensabile infrastruttura alla città di Genova e all’intero sistema del Nord-Ovest. Mi chiedo, dopo tanto parlare, dopo tante polemiche, dopo tanti ritardi e tante voci, se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche».

Stando a quanto detto dall'assessore regionale Giampedrone, inoltre, la stima iniziale dei fondi da prevedere per la ripartenza di Genova, tra provvedimenti per la viabilità, per gli sfollati, per le aziende, e così via, si aggira tra i 120-130 milioni di euro. Ma all'ultima riunione in cui si è parlato della bozza - stando alle parole dell'assessore - non ci sarebbe stato nessuno del Ministero dell'Economia nè del Ministero dei Trasporti.

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