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Marco Doria a San Francisco incontra la comunità dei liguri

Nella serata di sabato (ora locale) Doria è stato ricevuto al Ligure Club di Oakland. Oltre quattrocento italo-americani di origine ligure hanno festeggiato la presenza del primo cittadino genovese, confermando l'attaccamento alla terra d'origine

Prima giornata del sindaco Marco Doria a San Francisco. Appena dopo il suo arrivo nella città californiana il sindaco è stato accolto al St. Francis Yacht Club dal console italiano. È grazie al convinto impegno del consolato italiano a San Francisco che è stato possibile organizzare il fitto programma di colloqui e incontri con aziende e operatori economici, della ricerca, della cultura e del turismo che Doria realizzerà in questi giorni. Una particolare attenzione sarà dedicata al ruolo della comunità di origine genovese o ligure alla quale appartengono figure di primo piano del mondo economico e di quello scientifico.

E proprio dai liguri di California ha preso avvio l'agenda del sindaco a San Francisco. Nella serata di sabato (ora locale) Doria è stato ricevuto al Ligure Club di Oakland. Oltre quattrocento italo-americani di origine ligure hanno festeggiato la presenza del primo cittadino genovese, confermando l'attaccamento alla terra d'origine. Il sindaco ha rivolto loro un particolare ringraziamento: nel 2014, infatti, il Ligure Club raccolse e donò a Genova cinquemila dollari per aiutarla a riparare i danni dell'alluvione.

Tutti di origine ligure, e molti di loro capaci di esprimersi in genovese, i partecipanti hanno animato un incontro caloroso e amichevole. A conclusione, il sindaco ha sottolineato «la passione e l'attaccamento all'Italia da parte di persone i cui bisnonni, nonni o genitori hanno lasciato il paese tanti anni fa per cercare di migliorare le proprie condizioni di vita».

«Conservano - ha osservato - un legame profondo con il loro paese d'origine, pur sentendosi pienamente cittadini degli Stati Uniti, il paese che li ha accolti. La loro esperienza ci insegna molto sulle identità delle persone, sulla capacità di organizzare la propria esistenza crescendo in un mondo aperto, sul modo di coniugare le proprie radici e tradizioni con la cultura del paese di arrivo. Chi erige oggi steccati a coloro che sono obbligati a emigrare contrasta e nega la positiva lezione della storia di quanti sono emigrati dall'Italia negli Usa e del paese che li ha accolti».

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