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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Balneari, la Regione approva legge tutela; dubbi sulla competenza dai 5 Stelle

La Liguria fa da apripista nella disciplina del rilascio delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative. Ma il Movimento 5 Stelle critica il provvedimento, definendolo di competenza statale

Nella lunga seduta del Consiglio regionale di martedì 31 ottobre sono state approvate leggi, relazioni e ordini del giorni.

Il primo provvedimento

Alla mattina l'Assemblea legislativa ha approvato all'unanimità la proposta di legge 156 per la qualificazione e la tutela delle imprese balneari. Con questo testo normativo la Regione prevede una disciplina specifica per il rilascio delle concessioni e l'individuazione di aree demaniali marittime destinate a tali imprese e i Comuni nella redazione del progetto di utilizzo delle aree demaniali marittime individuano le aree destinate alle imprese che soddisfano i requisiti definiti in questa legge. La Regione attiva azioni di promozione per inserire le imprese balneari liguri nel sistema turistico regionale promuovendo un marchio di qualità. Vengono definiti i criteri di valutazione del valore aziendale dell'impresa balneare che deve basarsi sulla perizia giurata redatta da un tecnico.

Il secondo

Inoltre è stata approvata - con 23 voti a favore (maggioranza e Pd), 5 contrari (Movimento 5Stelle) e 2 astenuti (Rete a Sinistra & liberaMENTE Liguria) - la proposta di legge 157 che disciplina il rilascio delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative. Sono previste garanzie per favorire la continuità delle imprese attualmente operanti in forza dei rapporti già instaurati e pendenti. Alle concessioni di beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative, ad uso pesca, acquacoltura e attività produttive connesse, e sportive, e quelli destinati a approdi e punti di ormeggio dedicati alla nautica da diporto, attualmente vigenti, è riconosciuta l'estensione della durata della concessione di 30 anni dal giorno della entrata in vigore di questa legge. Collegato al provvedimento è passato in aula - con 23 voti a favore (maggioranza di centrodestra e Pd), 5 contrari (Movimento 5Stelle) e 2 astenuti (Rete a Sinistra & liberaMENTE Liguria) - l'ordine del giorno sul disegno di legge del Governo sulle imprese balneari.

Le critiche

Fabio Tosi (Movimento 5 Stelle) ha dichiarato: «Oggi chi vuole questa legge ha fatto uno scherzetto» ai balneari, sapendo di non ottenere nulla di concreto. Il consigliere, infatti, dopo aver sottolineato che chi era al governo, dalla Bolkestein in poi, non ha mai voluto affrontare la questione ed ora - ha precisato - questa proposta di legge vorrebbe disciplinare le concessioni demaniali marittime, ma i beni del demanio marittimo «appartengono al demanio pubblico ed in particolare a quello statale. Le Regioni - ha continuato - hanno competenze per quanto riguarda le funzioni amministrative in materia di rilascio delle concessioni demaniali marittime, fermo il rispetto dei vincoli derivanti dalla normativa europea, quali il divieto automatico delle concessioni». Tosi ha quindi sintetizzato: «Questa iniziativa legislativa trova limiti nelle materie di competenza legislativa, esclusiva statale, della tutela della concorrenza, dell'ordinamento civile e dell'ambiente».

La replica della maggioranza

L'assessore al demanio Marco Scajola ha ribadito l'importanza della legge, sottoscritta anche da forze di minoranza e ha replicato alle critiche del gruppo del Mov5Stelle: «Bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni». Scajola si è detto orgoglioso della legge e del buon lavoro fatto anche dai tecnici regionali al punto che - ha ribadito – vengono consultati anche a livello nazionale. L'assessore ha aggiunto che il testo è esaminato con molto interesse dalle altre Regioni. «La Liguria - ha detto - manderà messaggi di unità e compattezza in materia di imprese balneari». E ha concluso: «Noi siamo chiamati ad amministrare, siamo pagati per lavorare, dobbiamo dare messaggi chiari, che non sono chiacchiere e propaganda».

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