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Esselunga: mancata apertura a Sestri Ponente a beneficio di una catena 'più influente'

Edoardo Rixi ha presentato in Regione un'interrogazione sul mancata apertura di Esselunga a Genova. «Mi sembra ci sia influenza eccessiva di una sola catena sulla gestione della grandissima distribuzione»

Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria-Padania) ha presentato in Regione un'interrogazione sul mancata apertura di Esselunga a Genova: la vicenda ha origine nell'agosto del 2010 e riguarda lo smantellamento di un edificio fatiscente a Sestri Ponente, gli ex capannoni San Giorgio per costruire un supermercato da 2.900 metri quadrati, dei quali 870 sono dedicati alla vendita di generi non alimentari, ai quali dovrebbero aggiungersi 400 nuovi posti auto.

 

Il consigliere ha ricordato che il divieto di costruire il nuovo supermercato fu firmato nel 2010 dall'allora sindaco di Genova, Marta Vincenzi ma che recentemente il Ministero dello Sviluppo Economico ha dichiarato che questo atto fu "vizio di potere", rimandando ogni decisione giuridica al Consiglio di Stato.

Il Comune di Genova, infatti, non avrebbe sufficientemente motivato l'opposizione «per interesse pubblico» alla base del divieto. «Sottolineo – ha aggiunto - che il partner di "Esselunga", la "Levante Immobiliare", ricevette lo stop all'avviamento dei lavori per la creazione di un nuovo punto vendita di 2.900 mq di superficie, anche dopo il benestare degli uffici della viabilità del Comune ligure, stop che seguì alla presentazione di un analogo progetto da parte di "Talea", immobiliare di "Coop Liguria". Qual'è – ha chiesto Rixi - la posizione della Giunta regionale sulla vicenda, in particolare rispetto all'atteggiamento tenuto dal Comune di Genova».

In aula Rixi ha ribadito che la Regione debba vigilare sul fatto che esista un regime di concorrenza, sia per tutelare il consumatore che per rispettare i principi di trasparenza: «Mi sembra ci sia influenza eccessiva di una sola catena sulla gestione della grandissima distribuzione mentre occorre che la Regione si faccia garante di dare pari opportunità a tutti».

Per la giunta ha risposto l'assessore al commercio Renzo Guccinelli. «Oggi non c'è nessuna norma nella programmazione regionale che impedisca l'apertura o meno di una attività. Nella vecchia programmazione commerciale c'era un criterio quantitativo mentre la nuova normativa non ci consente di introdurre più elementi di natura quantitativa. La nuova programmazione stabilisce che siano i Comuni, con i loro strumenti urbanistici, a stabilire dove aprire nuove strutture di grandi superfici e grandi centri commerciali perché la potestà programmatoria è passata ai Comuni. Deve esserci un accordo di programma con la Regione, ma il motore è il Comune. Non potendo più introdurre vincoli quantitativi sono stati inseriti vincoli qualitativi in termini ambientali, di produzione di energie rinnovabili, di procedure per organizzare il recupero e il riciclo dei rifiuti, i servizi per gli utenti e altre cose simili. Io - ha concluso - ritengo che il mercato sia sempre stato aperto in Liguria e, se posso capire la ragione della suo intervento, non riesco a trovare una soluzione nei termini del quadro normativo da variare».

Rixi ha replicato: «La Regione sulla programmazione ha fatto troppi passi indietro, delegando troppo ai Comuni, quando il settore è di importanza regionale ed è inaccettabile creare condizioni di monopolio» e ha condannato le deroghe ai parametri regionali concesse, per esempio, alla Coop sorta in Valbisagno che ha avuto i locali allagati.

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