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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Esodati, in Liguria 2mila persone senza reddito e pensione

La denuncia del Comitato che da 3 anni si batte per tutelare chi ha versato contributi per oltre 30 anni e oggi si ritrova in un limbo. Edoardo Rixi: «Il 28 febbraio scenderemo in piaza per protestare»

«La nostra lotta non si fermerà, non lasceremo indietro nessuno»: queste le parole di Enrico Monzani, uno dei portavoce del Comitato Esodati Liguria, nel descrivere una situazione che accomuna oltre 49mila persone in tutta Italia, circa 2000 delle quali nella nostra regione, che si ritrovano senza un lavoro e senza pensione.

La questione è stata al centro di un incontro che si è svolto questa mattina in Regione alla presenza del consigliere della Lega Nord Edoardo Rixi, che ha spiegato come gli esodati siano «una questione che riguarda tutti e che negli ultimi anni vari governi, da Monti a Renzi, hanno trascurato. Ci auguriamo che ci sia al più presto una riforma nel settore, una sanatoria o una legge in grado di dare risposte a persone che hanno abbandonato un posto di lavoro in vista di una pensione che alla fine non è arrivata. Noi abbiamo raccolto oltre 700mila firme per un referendum molto partecipato che alla fine è stato bocciato dalla Consulta e di cui il governo si è completamente disinteressato».

Per la nostra regione dati ufficiali non ce ne sono, spiega ancora Fabio Cerruti del Comitato Esodati, perché «sono numeri che l’Inps non ha mai voluto fornire, ma secondo le nostre stime in Liguria ci sono circa 2mila persone che hanno lasciato il posto di lavoro convinte di percepire a breve una pensione in virtù dei contributi versati in tanti anni, e che oggi si ritrovano in un limbo che per alcuni potrebbe protrarsi sino al 2021. Da tre anni viviamo un incubo, chiediamo che dopo 6 sanatorie almeno si vada avanti con una settima che possa includere i 49.500 esodati di cui lo stesso ministero del Lavoro ha riconosciuto l’esistenza».

«Il prossimo 28 febbraio a Roma organizzeremo una manifestazione, la più grande mai fatta nella capitale - ha aggiunto Rixi - e sarà il momento di chiedere un intervento concreto non soltanto contro la riforma Fornero, ma anche contro il governo Renzi. In uno stato civile si rispettano gli impegni presi con i cittadini, ma è evidente che non siamo più in uno stato civile».

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