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Elezioni regionali 2020

Regionali, Sansa si stufa di aspettare e polemizza con il M5S: «Qualcuno deve pur dirlo: basta!»

Il potenziale candidato perde la pazienza e lo fa facendo il verso ai 5 Stelle: con un bel "vaffa", «come diceva una volta qualcuno»

Si era parlato di lui come di un possibile candidato per la (ipotetica) coalizione giallo-rossa in vista delle elezioni regionali: ma, con un post sul blog Liguri Tutti, sembra essere lo stesso Ferruccio Sansa a perdere la pazienza, dopo settmane di attesa in cui nulla è cambiato.

Mentre il centrodestra ormai è in piena campagna elettorale, centrosinistra e M5S ancora non hanno formalizzato nessuna alleanza. Nel dettaglio, a non essersi ancora espressi sono i pentastellati. Dopo settimane di incertezze, domenica 16 febbraio il loro incontro si è risolto in una nuova "fumata nera". Da qui la decisione di mettere al voto su Rousseau l'alleanza con le forze riformiste. Ma dieci giorni dopo una votazione ancora non si è vista, e il tempo passa. E sono in molti ormai a pensare - tra i vertici dei partiti del centrosinistra - che i pentastellati non vogliano l'alleanza, ma vogliano che a rompere per primo, formalmente, sia il Pd, prendendolo per "sfinimento". Anche perché una rottura con i dem sarebbe da spiegare a Roma, dove in questo momento il M5S è alleato del centrosinistra.

Nel frattempo Sansa, nome che è tornato spesso agli onori della cronaca come possibile competitor di Toti, perde la pazienza (e le avvisaglie c'erano da tempo, come lui stesso aveva più volte ripetuto sul suo profilo Facebook), e lo fa facendo il verso ai 5 Stelle: con un bel "vaffa", «come diceva una volta qualcuno». 

Il titolo del post su Liguri Tutti è emblematico: «Liguria, è il momento di dire basta». Segue, Sansa: «Un partito (il M5S), una coalizione. Alla fine il destino di un’intera regione. È tutto appeso da settimane ai capricci di qualche consigliere regionale in cerca di conferma. Fino al comportamento francamente penoso dei vertici del Movimento (non i militanti, nemmeno i tanti eletti oggi delusi e amareggiati) che non ha nemmeno il coraggio di dire ‘no’ e vuole costringere l’odiato alleato Pd ad assumersi la responsabilità della scelta».

Insomma, per il giornalista ligure, «tutte le statistiche lo dimostrano: siamo fanalino di coda dall'occupazione all'emigrazione dei giovani, passando per il sistema ospedaliero. Un fallimento totale». Eppure. Eppure un matrimonio politico per opporsi a Toti, a quanto pare, non s'ha da fare.

Segue l'elenco di cose che, secondo Sansa, si potrebbero implementare: dai parchi naturali al cemento zero, dalla sanità pubblica ai trasporti, passando per cultura, ricerca, istruzione.

«C'era tempo per riunire uno schieramento che selezionasse una nuova classe dirigente, politica ma anche economica» si sfoga. Concludendo con parole che hanno il sapore di un ritiro ufficiale: «Peccato, si poteva disegnare un altro futuro. Vicino, a portata di mano. Un futuro presente! Ma non sembrano esserci le condizioni. E qualcuno deve pur dirlo: basta! O come diceva una volta qualcuno: vaffa...».

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