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Gli scarti alimentari diventano plastica bio grazie all'Iit

Il packaging è stato realizzato interamente a partire dallo scarto dei carciofi invenduti al mercato ortofrutticolo genovese

Un packaging in bioplastica prodotta con gli scarti di frutta e verdura. Questo è oggi possibile grazie alla tecnologia brevettata dai ricercatori del team Smart Materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova che rende possibile la conversione di frutta e verdura invenduta in plastica biodegradabile. 

Un packaging ecosostenibile

Il team di ricerca Smart Materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) guidato da Athanassia Athanassiou, in collaborazione con Società Gestione Mercato di Genova (SGM) e Ascom Confcommercio presenta a Berlino il progetto di economia circolare che permette di convertire gli invenduti dei mercati ortofrutticoli in plastica 100% biodegradabile per la realizzazione di packaging ecosostenibile per frutta e verdura.

Realizzato dallo scarto di carciofi invenduti

Nel corso dell'evento di presentazione “The new life of fruits and vegetables – bioplastic packaging and circular economy” allo Spazio Italy sarà mostrato da Giovanni Perotto, ricercatore IIT, il primo prodotto sperimentale nato dalle tecnologie brevettate da IIT e dalla collaborazione con il Mercato Ortofrutticolo di Genova e Ascom: un imballaggio in bioplastica che va a sostituire il tradizionale "alveolo" nelle cassette di frutta e verdura per preservare l’integrità del prodotto.  Questo tipo di packaging è stato realizzato interamente a partire dallo scarto dei carciofi invenduti al mercato ortofrutticolo genovese.

Il problema dell’inquinamento causato dalla plastica 

Ogni anno in Europa si producono 25,8 milioni di tonnellate di spazzatura plastica di cui il 31% finisce in discarica. Per quanto riguarda gli imballaggi in plastica si calcola che il 95% del loro valore – tra 70 e 105 miliardi di euro l’anno – venga perso a causa del loro brevissimo ciclo di vita. Questi alcuni dati recentemente rilasciati dalla Commissione Europea nel rapporto “A European Strategy for Plastics in a Circular Economy” dove si sottolinea l’importanza di nuove strategie per la produzione di bioplastiche ecosostenibili.
In questo contesto, i ricercatori hanno sviluppato diversi processi produttivi che permettono una conversione totale dell’ortaggio di scarto in bioplastiche. I diversi processi vanno dalla conversione del vegetale in bioplastica con un processo acquoso, alla preparazione di compositi (100% da fonti sostenibili) termoplastici e termoformabili. Queste tecnologie riescono in contemporanea a prevenire lo smaltimento dei rifiuti vegetali, risparmiando un onere, recuperare materia prima dal rifiuto organico e ridurre l’utilizzo di plastica non biodegradabile e da fonti fossili. 

Un progetto di economia circolare

Questi prototipi possono essere visti come parte di un progetto di economia circolare, in cui lo scarto del mercato ortofrutticolo è trasformato in un prodotto utilizzato direttamente nel luogo d’origine e biodegradato, in modo facile, a fine vita. I prodotti realizzati saranno, infatti, riutilizzabili proprio dagli stessi operatori grossisti del mercato associati a Fedagromercati Ascom Confcommercio.
Il progetto pilota si inserisce nell’attività del team di ricerca di IIT sui materiali intelligenti. 
Da diverso tempo nei laboratori di IIT vengono sviluppati soluzioni 100% green per convertire scarti della produzione alimentare – o come, in questo caso, dal prodotto invenduto – in un nuovo materiale plastico che sia compostabile e sostenibile per l’ambiente.
Per trasformare questo progetto - che ha avuto il sostegno immediato di Comune di Genova e Camera di Commercio di Genova - in una realtà concreta, a Fruit Logistica 2018, saranno avviati contatti con diversi potenziali investitori per far partire un progetto di startup dedicato, coinvolgendo un’ampia rete di strutture per lo scale up della produzione e della commercializzazione dei prodotti.

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