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Dopo la pista i ciclisti chiedono anche i posteggi, consegnata al Comune la mappa interattiva

I cicloposteggi richiesti sono stati riportati su una mappa interattiva e sono stati comunicati all'Assessore alla Mobilità Matteo Campora ed al Responsabile dell'Ufficio Smart Mobility Enrico Musso

Dopo la rete ciclabile d'emergenza i ciclisti genovesi dell'associazione "Fiab Amici della Bicicletta" chiedono al Comune di Genova anche una rete di posteggi per tutti coloro che si muovono, e si muoveranno, su due ruote. Si tratta dell'associazione che assieme a Confprofessioni ha donato al comune il progetto di una rete ciclabile cittadina di 130 chilometri.

«Bene la rete ciclabile d'emergenza della quale la De Ferrari-Boccadasse ha fatto da apripista - hanno scritto in una nota - ma se vogliamo agevolare le persone che utilizzano la bici negli spostamenti quotidiani dobbiamo dargli la possibilità di posteggiarla facilmente e in sicurezza».

«Per conoscere i desideri dei ciclisti urbani genovesi o aspiranti tali - ha dichiarato Romolo Solari, presidente di Fiab Genova - abbiamo condotto un sondaggio online chiedendo alle persone dove vorrebbero un cicloposteggio. Il sondaggio è stato diffuso sui canali social grazie anche al gruppo Facebook #genovaciclabile che raccoglie 7.892 membri ed alle altre associazioni che si occupano di mobilità dolce. Dopo una settimana sono pervenute 226 richieste che riguardano un po' tutta la città anche se il centro risulta il più gettonato».

I cicloposteggi richiesti sono stati riportati su una mappa, consultabile al link https://bit.ly/cicloposteggi_richiesti_giugno_2020 e sono stati comunicati all'Assessore alla Mobilità Matteo Campora ed al Responsabile dell'Ufficio Smart Mobility Enrico Musso.

Interessante vedere come i cicloposteggi richiesti si concentrino verso alcuni poli attrattori che possono essere ad esempio gli uffici del centro cittadino o le università, ad esempio la facoltà di Medicina a San Martino. Ci sono poi anche richieste concentrate in alcune delegazioni quali ad esempio Pegli, Sestri o Sampierdarena segno che non c'è solo mobilità ciclistica verso il centro città ma esiste anche una mobilità interna a queste.

Si tratta di cicloposteggi diurni dove lasciare la bici una volta raggiunto l'ufficio, la scuola, il negozio, o qualsiasi altro posto di lavoro. Per quelli notturni, altrettanto necessari secondo Fiab, la partita è più complessa: «Ci conforta comunque il fatto che il Consiglio Comunale abbia votato all'unanimità un ordine del giorno che impegna il Sindaco e la Giunta a trovare delle soluzioni quali ad esempio l'utilizzo come bicibox i bassi del centro storico sequestrati alla mafia. Per questi ha fatto scuola il bicibox della Maddalena gestito dall'Associazione Ama».

Ma tornando ai cicloposteggi diurni qual è il modello preferito? «I ciclisti urbani genovesi hanno le idee chiare in proposito - conclude la Fiab - . Non vanno usate le rastrelliere tipo scolapiatti che rovinano le ruote e non consentono di legare il telaio. Vanno benissimo gli archetti già presenti in città che sono funzionali, economici e di facile reperibilità nei magazzini comunali».

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