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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Inquinamento dell'aria, Genova in vetta per le emissioni di ozono

Legambiente Liguria: “Per contrastare lo smog e tutelare la salute dei cittadini necessari interventi urgenti a livello locale rilanciando il trasporto pubblico locale e una mobilità nuova. Interventi urgenti anche sulle fonti di emissione portuali"

Città soffocate e avvolte dallo smog. Anche il 2015 per l'aria respirata nei centri urbani è stato un anno da “codice rosso”, segnato da un'emergenza smog sempre più cronica. Milano avvolta in una cappa che la fa somigliare a Pechino, la Pianura Padana coperta da un manto di nebbia e smog, la città della Mole dove non si intravedono sullo sfondo le montagne e la vetta del Monviso, o Roma che si risveglia più volte velata da un’insolita foschia sono solo un esempio.

Ma anche "la Superba" quest'anno fa registrare dati preoccupanti. Dal dossier Mal'aria di città 2016 emerge che il capoluogo di regione ha sforato per 37 volte il limite di legge di 50 µg/m3 come media giornaliera da non superare per più di 35 volte in un anno per le polveri sottili (PM10) e risulta decisamente allarmante il dato per l'ozono.

Genova svetta infatti al primo posto tra le città italiane (insieme a Rimini) in cui è stata superata la media del numero di giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 μg/m3 registrata da tutte le centraline presenti sul territorio comunale del capoluogo. I limiti previsti dalla normativa (D.Lgs. 155 del 2010) per le emissioni di ozono troposferico consentono un massimo di 25 giorni di superamento e Genova è prima in classifica con ben 64 giorni di sforamento.

Il parametro degli ossidi di azoto risulta di poco sotto il limite con 38,6 µg/m3 ma continua a preoccupare, considerato che il dato genovese fa rientrare la città tra quelle che superano il limite da sette a nove anni, negli ultimi nove anni monitorati dal 2006 al 2014.

Per Legambiente, per contrastare in maniera efficace l'inquinamento atmosferico e acustico, è indispensabile un cambio di passo nelle politiche della mobilità sostenibile, potenziando il trasporto sul ferro, l'uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così l'inquinante trasporto privato l'ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini ed è urgente intervenire anche sulle altre fonti inquinanti come gli impianti industriali, quelli portuali e del riscaldamento domestico.

«Lo spazio pubblico nella nostra città - commenta Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria - è sacrificato in nome della mobilità privata, che oltre ad inquinare sottrae superfici e territorio a una mobilità dolce e collettiva. Il futuro delle città, per tutelare la salute dei cittadini passa attraverso una forte attenzione ai pedoni, ai ciclisti urbani a chi utilizza quotidianamente il trasporto pubblico locale, bus, metro e treni. La fonte inquinante più pericolosa è il traffico veicolare perché è la sorgente di emissione immediatamente vicina ai nostri polmoni. Il traffico, tra l'altro produce un'altro fenomeno come l'inquinamento acustico che ha anch'esso riflessi negativi sulla salute e la vivibilità in città. E Genova è tra le città in cui questa presenza inquinante è maggiore. Non bisogna trascurare, ed è necessario gli enti preposti intervengano, anche le fonti portuali e industriali».

Numeri che si trasformano in rilevanti impatti sulla salute: ogni anno l'inquinamento dell'aria causa oltre 400mila morti premature nei paesi dell'Unione Europea. Fra questi, l'Italia ha uno dei peggiori bilanci in Europa: la Penisola detiene il record di morti per smog con 59.500 decessi prematuri per il Pm2,5 – 3.300 per l'Ozono e 21.600 per gli NOx nel solo 2012 (Dati Agenzia Europea dell'ambiente). Stime che potrebbero crescere esponenzialmente se come valori limite di riferimento per gli inquinanti si prendessero quelli consigliati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità; in base a questi valori dell'OMS, la percentuale di popolazione in ambiente urbano esposta a concentrazioni di polveri sottili dannose per la salute salirebbe dall'attuale 12% a circa il 90%; per l'Ozono si passerebbe dall'attuale 14-15% al 97-98%.

Legambiente ricorda poi che i danni alla salute della popolazione si traducono in costi economici dovuti alle cure sanitarie, che nella Penisola si stimano tra i 47 e 142 miliardi l'anno (dati riferiti al 2010). Ci sono poi i danni economici legati al mancato rispetto delle norme italiane ed europee sulla qualità dell'aria. Sono due le procedure d'infrazione contro il Belpaese, entrambe nella fase di messa in mora. La prima, la 2014_2047, avviata nel luglio 2014 riguarda la “cattiva applicazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e il superamento dei valori limite di PM10 in Italia”; mentre la seconda, la 2015_2043, avviata nel maggio 2015 riguarda “l'applicazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria ambiente e in particolare obbligo di rispettare i livelli di biossido di azoto (NO2)”.

Per l'inquinamento acustico nella città di Genova, gli studi riportati nell'XI rapporto sulla Qualità dell'ambiente urbano (2015) dell'ISPRA mettono in evidenza, in base ai rilevamenti effettuati nel 2012 sulla popolazione, che l'87% di questa è esposta a un inquinamento acustico per il fastidio diurno-serale-notturno con valori oltre i 65 decibel di rumore e il 76,3% è esposta a questo fenomeno per i disturbi relativi al sonno con valori oltre i 60 decibel. I livelli di rumore superiori ai 65 decibel sono indicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come soglia di sicurezza per l'insorgenza di fenomeni di disturbo.

«Il problema reale - conclude Grammatico - è lo scollamento tra la pianificazione degli enti locali, che in molti casi è ottima e puntuale e la capacità, o il coraggio, di trasformare gli enunciati in azioni reali e tangibili. Le ricette per risolvere i problemi dell'inquinamento atmosferico e acustico le troviamo nel piano di risanamento acustico, nel piano della mobilità, nel piano di azione per l'energia sostenibile, in quello regionale per il risanamento della qualità dell'aria e nel piano energetico ambientale portuale. È tanto prolifica la pianificazione quanto inefficaci le azioni politiche per uscire dall'emergenza smog».

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