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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Liguria prima regione del Nord per illeciti ambientali

Legambiente Liguria presenta il Rapporto Ecomafia 2016: tra le provincie in Liguria Genova prima nel ciclo dei rifiuti e Imperia per il ciclo del cemento e gli incendi

Anche nel 2015 la Liguria mantiene il primato tra le regioni del Nord per gli illeciti ambientali: con 1.144 infrazioni del 2015 la Liguria si colloca all'ottavo posto, dopo le regioni a tradizionale infiltrazione mafiosa, sebbene la tendenza sia parsa in diminuzione (nel 2014 le infrazioni erano 1.526).

Ma i numeri parlano chiaro: ancora forte l'illegalità nel ciclo dei rifiuti, dove Genova risulta essere prima, tra le quattro province (e dodicesima a livello nazionale), con 90 infrazioni accertate seguita da Savona con 36, La Spezia 20 e Imperia 29. La classifica si ribalta per quanto riguarda le attività illecite il ciclo del cemento, dove a primeggiare in questa poco edificante classifica è la provincia di Imperia con 84 infrazioni, seguita da Savona, 67, Genova 55 e La Spezia 31.

Provincia di Imperia che guadagna anche la “Palma nera” trovandosi sesta a livello nazionale nella classifica degli incendi. Sono infatti ben 152 i roghi, tra dolosi, colposi e generici, rilevati dalle forze dell'ordine che la collocano dopo quelle di Salerno, Cosenza, Latina, Foggia e Avellino.

Tra le storie degne di nota le sette ordinanze di custodia cautelare e di arresti domiciliari per traffico di rifiuti emesse dal Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri a carico di dirigenti e dipendenti di Amiu e Switch 1988 Spa, la principale subappaltante di Amiu per la raccolta differenziata a Genova. O il più recente blitz della Polizia a Lavagna (Ge) contro un traffico illecito di rifiuti gestito da presunti affiliati alla ‘ndrangheta calabrese, residenti in Liguria con otto persone arrestate e tre sottoposte a misure cautelari.

I numeri e le storie liguri del Rapporto Ecomafia 2016 di Legambiente sono state raccontate oggi a Genova da Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente; Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria; Stefano Bigliazzi, presidente del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Liguria; Stefano Busi, referente ligure di Libera e Massimo Maugeri, del Circolo Cantiere Verde di Legambiente del Tigullio.

«Nonostante ci sia stata una diminuzione degli illeciti ambientali – commenta Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – su questi temi non possiamo abbassare la guardia, considerato che la prima metà del 2016 ha presentato diversi casi preoccupanti di condotta illecita a danno dell'ambiente e della nostra comunità. Oggi grazie alla Legge sugli Ecoreati la Magistratura ha un'arma importante, che acquisirebbe maggiore efficacia con il rafforzamento delle forze dell'ordine a tutela dell'ambiente: solo garantendo un elevata qualità e quantità dei controlli si potranno arginare questi fenomeni».

«Anche quest'anno il Rapporto Ecomafia - dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente - ci racconta il brutto dell'Italia, segnata ancora da tante illegalità ambientali, ma in questa edizione 2016 leggiamo alcuni fenomeni interessanti che lasciano ben sperare. Dati e numeri, in parte in flessione, che dimostrano quali effetti può innescare un impianto normativo più efficace e robusto come i nuovi ecoreati, in grado di aiutare soprattutto la prevenzione oltreché la repressione dei fenomeni criminali. La prevenzione è la moneta buona che scaccia quella cattiva: è necessario creare lavoro, filoni di sviluppo economico e produttivo nei territori più a rischio, sostenere le centinaia e centinaia di cooperative e di imprese, che anche nel sud stanno cercando di invertire la rotta, puntando su qualità ambientale e legalità. E nel prevenire le ecomafie, oltre all'impegno dei territori e dei singoli cittadini, è importante una presenza costante dello Stato che deve essere credibile e dare risposte sempre più ferme, perché quando lo Stato è assente la criminalità organizzata avanza con facilità invadendo i territori, l'ambiente e le comunità locali. Quando invece lo Stato è presente, difficilmente gli ecomafiosi possono rubare e uccidere il nostro futuro».

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