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Ecomafia 2017, Liguria prima regione del Nord per illeciti ambientali

La Liguria risulta prima al nord Italia per numero di illeciti ambientali, con ben 1.488 infrazioni accertate (e all'ottavo posto a livello nazionale). È quanto emerge dal dossier Ecomafie 2017 di Legambiente

Nella lotta contro le ecomafie si sta percorrendo la giusta strada. A soli due anni dall'entrata in vigore della legge sugli ecoreati, nel complesso diminuiscono gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l'ambiente. Un trend positivo, che lascia ben sperare.

Nel 2016 i reati ambientali accertati delle forze dell'ordine e dalla Capitaneria di porto sono passati da 27.745 del 2015 a 25.889 nel 2016, con una flessione del 7%. Per dirla in altro modo, si tratta di 71 al giorno, circa 3 ogni ora. Cresce, invece, il numero degli arresti 225 (contro i 188 del 2015), di denunce 28.818 (a fronte delle 24.623 della precedente edizione di Ecomafia) e di sequestri 7.277 (nel 2015 erano stati 7.055), a testimoniare una sempre maggiore efficacia dell’azione investigativa e repressiva. Inoltre nel 2016 il fatturato delle ecomafie scende a 13 miliardi registrando un - 32% rispetto allo scorso anno, dovuto soprattutto alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso e al lento ridimensionamento del mercato illegale.

I dati della Liguria

Nonostante il trend positivo che indica una inversione di tendenza rispetto agli anni passati, sono ancora tanti problemi da affrontare: la Liguria risulta prima al nord Italia per numero di illeciti ambientali, con ben 1.488 infrazioni accertate (e all'ottavo posto a livello nazionale). Dati che rappresentano il 5,9% sul totale nazionale e che raccoglie 1456 denunce, otto arresti e 155 sequestri. La Liguria appare colpita soprattutto dal business del ciclo del cemento, con 159 infrazioni accertate, 278 denunce e 25 sequestri. Molto di questo si concentra nel ponente ligure, soprattutto a Imperia dove si hanno 76 delle 159 infrazioni e 158 delle 278 denunce rilevate.

A livello nazionale

Più in generale in Italia emerge nuovamente il fenomeno della corruzione, che continua a dilagare in tutta la Penisola, la questione dell'abusivismo edilizio con 17mila nuovi immobili abusivi nel 2016, il ciclo illegale dei rifiuti in crescita. In questo quadro, fatto di luce e ombre, diminuisce complessivamente in percentuale il peso delle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, che passa dal 48% del 2015 al 44% del 2016, anche se si confermano ai primi posti nella classifica per numero di illeciti ambientali: in vetta la Campania con 3.728 illeciti, davanti a Sicilia (3.084), Puglia (2.339) e Calabria (2.303). Come anticipato la Liguria resta la prima regione del Nord, il Lazio quella del Centro. Su scala provinciale, quella di Napoli è stabilmente la più colpita con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811).

Ecomafia 2017, il dossier completo

«La penetrazione delle mafie ed ecomafie - dichiara Santo Grammatico, Presidente di Legambiente  Liguria - nel tessuto sociale e sul territorio ligure continua ad essere evidente. La conferma dell'ottavo posto nella classifica nazionale, prima regione del nord per illeciti ambientali è eloquente. Il ciclo dei rifiuti è da tempo sotto nostra osservazione e leggendo i numeri del Rapporto non possiamo evitare di pensare a quanto scritto ed affermato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti collegati al ciclo dei rifiuti nella indagine condotta in Liguria e cioè che per troppo tempo questo problema è stato di fatto irresponsabilmente trascurato. Il ciclo illecito del cemento interessa in particolare la provincia imperiese dove gli appetiti economici sono purtroppo consolidati da tempo».

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