"Prometeo" al Duse
Prometeo - dal 17 al 22 aprile al Duse - dona il fuoco agli uomini per affrancarli dalla loro barbarie, ma il fuoco ha anche un valore ambiguo, come ambigua è la figura stessa creata da Eschilo: eroe e vittima di Zeus, o colpevole di aver tradito la fiducia del re dell’Olimpo?
Dopo aver a lungo investigato il mondo culturale della Grecia moderna, ora il regista Massimo Luconi, con la consulenza storico letteraria dell’insigne grecista Davide Susanetti, affronta una delle più classiche e note figure della Grecia antica: Prometeo.
«Occuparsi della tragedia di Eschilo – scrive Luconi – vuol dire viaggiare alla ricerca del mito che ci appartiene come popoli del Mediterraneo. La storia di Prometeo è dentro di noi, sedimentata da secoli di storia anche tragica. Ci arriva con i pezzi dell’opera di Ritsos, con il cinema di Cacoyannis e di Angelopoulos, incarna le nostre angosce e inquietudini,in termini psicanalitici rappresenta anche un incessante desiderio, una perenne insoddisfazione e riflette il tormento e il rovello intellettuale dell’uomo».
E certo l’eterno ritorno del mito è oggetto di studio e riflessione in arte come in filosofia, in antropologia e iconologia, nella critica letteraria come in quella teatrale, dal momento che abbraccia l’intera comunità umana e il suo sviluppo. Rito e Mito sono le costanti attorno cui si dipana l’eterno dubbio, o la paura, dell’uomo sul proprio destino, lo slancio per una comprensione di sé e del mondo, la tensione verso una verità, religiosa o meno, che possa guidare l’agire di ciascuno.
Afferma ancora il regista Massimo Luconi: «Il destino di Prometeo è diventato, nel corso della storia della nostra civiltà, l’emblema di un’umanità che acquista autonomia, fra utopia e sconfitta, libero pensiero e consapevolezza di sé, in contrapposizione alle minacce della natura e alla tirannia di un potere violento e distruttivo. La vicenda di Prometeo, con la sua dolorosa e nobile immagine di ribelle, di uomo in rivolta, che accetta di scontare il proprio destino con intransigente e coerente consapevolezza, è carica di pathos senza tempo, di rimandi a momenti drammatici della nostra storia contemporanea».
Contando sulla presenza visivamente forte di una istallazione, imponente e materica, dell’artista ambientalista senegalese Moussa Traore, questo Prometeo rilancia la sfida di chi vuole capire il futuro.