“La partita va giocata”, il romanzo d’esordio di Annalisa Scaglione scritto con font “Dislexia Friendly”
Sabato 25 gennaio alle ore 17.30 verrà presentato presso il Teatro Instabile di via Cecchi 19/R “La partita va giocata”, romanzo d’esordio di Annalisa Scaglione edito da Scatole Parlanti (collana Forme, pp 282, euro 15). Con l’autrice interverranno Emanuela Di Pasqua, moderatrice, e Matteo Federici e Alice Malvezzi della scuola di recitazione La Quinta Praticabile, che leggeranno al pubblico alcuni passi delle vicende narrate.
La storia, ambientata ai giorni nostri in una piccola comunità ligure di fantasia, si svolge in un arco temporale di otto giorni. Il San Pantaleo F.C. è l’orgoglio di Crescobene, una squadra di calcio composta unicamente da ragazzi della cittadina e che ruota attorno all’universo dell’omonima parrocchia. Grazie all’alchimia creata dal Mister, assistito da Michelangelo, figlio della perpetua di don Donato, la favola del piccolo club potrebbe sfociare nell’agognata promozione, che condurrebbe al professionismo.
La doccia fredda arriva quando il San Pantaleo rischia di non poter più utilizzare il proprio terreno di gioco: il parroco, proprietario del campo, ha deciso di liberarsene a malincuore, per evidenti problemi economici dei conti parrocchiali, cedendolo a una società estera che lo trasformerà in un parcheggio.
Fuori dal clamore collettivo e dall’attenzione che la vicenda suscita anche sul piano nazionale, qualcuno comincia a riflettere, a cercare la vera ragione che ha portato don Donato a una scelta tanto impopolare, indagando fra antichi segreti, dubbi inconfessati e colpi di scena.
Classe 1970, Annalisa Scaglione ha compiuto studi classici ed è laureata in Giurisprudenza; Tutor specializzata in DSA formatasi con l’associazione E-Ducere di Genova, ha scelto di pubblicare, in collaborazione con la casa editrice Scatole Parlanti, un romanzo con carattere facilitante per lettori con dislessia.
«Non è vero che i dislessici non leggono – afferma l’autrice –, hanno solo bisogno di più tempo e di un font pulito che aiuti e dispensi dalla fatica. Questo è un modo valido per invogliare alla lettura. Sarebbe auspicabile che, anche in ambito editoriale, crescessero l’attenzione e la sensibilità verso questa realtà».