"No Pet": film e dibattito con l'associazione Buoncanile
Venerdi 15 marzo, il regista Davide Majocchi e l'educatore cinofilo Michele Minunno saranno presenti alla proiezione genovese del docu-film No Pet organizzata dall'associazione Buoncanile insieme al Cinema Cappuccini di Genova; alla fine della proiezione vi sarà ampio spazio al dibattito insieme a loro.
La serata è aperta a chiunque sia interessato all'argomento cani, animali e libertà, con particolare riguardo a professionisti del settore, volontari di strutture o stallanti, volontari per preaffidi e staffette, proprietari di cani del Sud e non, e persone che hanno visto una realtà del Sud Italia e vogliono approfondire. L'argomento è sottile e delicato.
Un film incentrato sull’annosa questione randagi (e non solo) che con uno stile ironico ed evocativo propone un approfondimento del tema, sullo scorrere di immagini di vita di cani cagne donne uomini e altri animali. Le riprese effettuate fra Puglia, Sicilia e resto del mondo sparso s’intrecciano a stralci d’interviste all’educatore cinofilo Michele Minunno, all’attivista/scrittore dei Troglodita Tribe Fabio Santa Maria, alla ricercatrice universitaria Susan McHugh e all’operatore antipsichiatrico Giuseppe Bucalo. Regia: Davide Majocchi
No Pet, un docu-film che, con stile ironico ed evocativo e attraverso immagini di vita di cani, cagne, donne, uomini e altri animali, propone un’importante riflessione sul tema del randagismo ma anche su quello più generale della libertà.
Considerare la presenza dei cani liberi sul territorio alla stregua di una vera e propria piaga sociale ha portato alla messa in atto di una lotta ai randagi. Seguendo lo schema d'intervento dettato dalle istituzioni, gli stessi "amanti dei cani" inscenano una repressione sistematica a danno della specie che più da vicino si è coevoluta con l'umanità: ogni cane deve essere accalappiato, sterilizzato e confinato a un'esistenza nei box del canile o nelle gabbie dorate delle nostre case, perdendo la possibilità di creare e confrontarsi all'interno delle proprie comunità. Una repressione che rappresenta un paradossale sodalizio con coloro che intendono ripulire le strade da ogni categoria d'indesiderati, decretando il trionfo del possesso individuale e legandosi a doppio filo alla crescita degli interessi della fiorente industria del “pet”. Eppure i randagi continuano a resistere e a suggerire, a occhi attenti e solidali, una profonda riconsiderazione dell'organizzazione sociale umana, evidenziando un epocale problema politico laddove le civiltà antropocentriche pongono le fondamenta dei propri valori autoreferenziali.