Prima nazionale di "La Maison", in scena all'Archivolto
Dopo il successo ottenuto nel 2014 con Ponts Suspendus, Gustavo Giacosa, attore, danzatore, regista, figura storica della compagnia di Pippo Delbono, torna a Genova con La Maison, seconda creazione della Compagnia SIC.12 da lui fondata in Francia nel 2012. Sostenuto da una coproduzione formata da diversi partner francesi, a cui si aggiunge il genovese Teatro dell’Archivolto, nei cui spazi è stata condotta una parte del lavoro l’estate scorsa, lo spettacolo, presentato in prima nazionale venerdì 26 febbraio alle ore 21 nella Sala Modena del Teatro dell’Archivolto, è il secondo capitolo di una trilogia sulla simbologia dello spazio (il terzo ruoterà intorno al cammino).
La ricerca artistica di Gustavo Giacosa prende avvio da un'indagine sul simbolico. Come afferma il filosofo francese Gilles Deleuze, il simbolo non è mai esplicativo perché non appartiene a una catena causale lineare, ma è un pensiero rotativo in cui un gruppo d’immagini gira sempre più veloce intorno a un punto misterioso. Con questa logica, Gustavo Giacosa, partendo da un lavoro prevalentemente fisico sul palcoscenico che accoglie l’identità interdisciplinare dei performer sul palco - Marion Bottollier, Fausto Ferraiuolo, Gustavo Giacosa, Akira Inumaru, Sergio Longobardi, François Ridard, Francesca Zaccaria - ha scritto una trama testuale e coreografica dove dialogano discipline diverse: teatro e cinema, musica e danza.
Comune a tutti gli esseri umani, abitare un luogo, una casa è un’esperienza del quotidiano che affonda le sue radici nella notte del simbolico. “Maison” in francese, dal latino manere, equivale a rimanere, esso è per etimologia il luogo in cui si resta, si dimora, si ritorna. E allora come il nostro inconscio modella quello che diventerà uno spazio abitabile? Qual è la frontiera tra il dentro e il fuori? Tra il sé e l’io? Una casa segna di maniera netta una frontiera che (apparentemente) ci ripara, ci protegge. Una frontiera che inevitabilmente parla di noi.
Così tutto lo spettacolo ruota intorno a una casa in costruzione, che si trasforma come un corpo metamorfico, mentre nel palcoscenico trasformato in cantiere, accanto ai danzatori / operai si materializzano nei modi più inaspettati presenze inquietanti e figure imprevedibili.