Al Duse: "Enigma", niente significa mai una cosa sola
Dalla penombra di un grigio appartamento emergono un uomo e una donna, inzuppati dalla pioggia battente. Sono i protagonisti di una storia ambientata nella Berlino post-unificazione, dove lo sgretolarsi del muro non ha cancellato le tracce di un opprimente passato.
Enigma è un dialogo fra due soli personaggi, un uomo e una donna di tarda età, colti in una serata autunnale di Berlino. C’è stato un incidente stradale, di cui la donna è rimasta vittima. L’uomo l’ha soccorsa portandola nel proprio vicino appartamento. Qui inizia fra i due la conversazione stentata che può crearsi fra due sconosciuti, ma lentamente qualcosa di enigmatico inizia ad emergere dal passato che è dietro l’angolo. Il testo è diviso in segmenti di durata diversa, da quelli di pochi secondi a quelli di cinque minuti. Ed è come un puzzle di cui lo spettatore deve ricomporre continuamente i pezzi.
La chiave di lettura di Enigma, scritto nel 2009 da Stefano Massini, sta nel sottotitolo: “Niente significa mai una cosa sola”. Una certezza però il testo ce la fornisce: ci troviamo a Berlino circa vent’anni dopo quel fatidico 9 novembre 1989, in cui il Governo della DDR decretò la soppressione del divieto, per i suoi cittadini, di passare liberamente dall’altra parte del “muro” che fino ad allora aveva diviso in due la città. Ed ecco che, caduto il muro, vite, esperienze, certezze, lutti e speranze si frantumano, si incontrano, si mischiano… Un’altra certezza, sta nel luogo in cui si svolge l’azione scenica: un grande spazio unico comprensivo di cucina, letto, divano, tavolo e quant’altro può definire un posto “casa”. Qui hanno fine le certezze. Non perché quanto accade tra i due personaggi (Hilder, il padrone di casa, e Ingrid, la donna cui presta soccorso) abbia in sé alcunché di bizzarro, ma perché ogni elemento reale, ogni dato di conoscenza, che da un quadro a quello successivo si concretizza in scena, si rivela poi “altro” da ciò che pareva essere. Decifrare di volta in volta il senso della vicenda, sia personale che collettiva, è il compito a cui l’autore chiama i personaggi stessi ma, attraverso la suspense del gioco teatrale, anche e soprattutto il pubblico. La posta in gioco è quella di penetrare il più grande degli enigmi: quello della storia stessa.