“Ella Fitzgerald, the first lady of song”, musica colta, grandi storie e interpreti
La scoperta del grande jazz in una serata d’estate tra i ruderi di un antico Monastero. Sono molti gli ingredienti che rendono il Festival di Valle Christi uno degli appuntamenti più importanti e famosi, in Italia e all’estero.
Situati tra le colline che abbracciano Rapallo, nella frazione di San Massimo, i ruderi del Monastero di Valle Christi costituiscono uno degli scenari più pittoreschi della città.
Un luogo antico, gotico, austero, solitario, costruito con pietre scure, ormai diroccato e invaso da muschi e licheni le cui rovine emergono in una piccola valle verdeggiante, in un ambiente ricco di grande suggestione, avvolte in un’atmosfera sospesa nel tempo, che riporta alla mente la solitudine, i misteri e le leggende medioevali che qui ancora si respirano.
Quale miglior scenario per “Ella Fitzgerald, The First Lady of Song” in scena mercoledì 8 agosto alle 21.30, nell’ambito di Valle Christi Jazz 2018, organizzato dall’Associazione culturale Valle Christi, che vede le cantanti Anna Sini, Claudia Sanguineti e Maria Nives Riggio ripercorrere la vita della Fitzgerald, attraverso le canzoni che l’hanno resa famosa, dai brani di esordio come “Mister Paganini”, ai brani di Gershwin, sino ai mitici duetti con Louis Armstrong e Frank Sinatra o l’omaggio a Tom Jobim. Musica colta. Grandi storie e interpreti.
Alle canzoni, eseguite in trio, duetti e singolo dalle tre vocalist si intreccia il racconto dei momenti salienti della storia di Ella Fitzgerald. Dalla narrazione emerge una personalità contraddistinta da forza e tenacia, timidezza e ironia e la memoria di una carriera ricca di collaborazioni straordinarie che insieme all’eccezionale tecnica vocale hanno portato Ella ad essere consacrata regina dello scat e dell’improvvisazione.
Non sono da meno i compagni di viaggio delle coriste, il pianismo di Zanzottera, che sa sfruttare doti di impeccabile fraseggio e di coinvolgimento sentimentale; Rodolfo Cervetto e la sua ‘musica’. Ascoltarlo e guardarlo seduto alla batteria è un’esperienza, un tuffo in un mare di sensazioni: chiude gli occhi, solleva le spalle, poi sorride e spazzole e bacchette sono come prolungamenti delle sue mani, i suoni ora leggeri ora potenti creano come un tappeto di colori, a volte tenui, a volte accecanti e l’atmosfera diventa magica.
Dino Cerruti, contrabbassista ligure, compositore ed arrangiatore, che si è formato con musicisti di fama internazionali tra cui Chaerlie Haden, e tra i migliori jazzisti del panorama locale e non solo.
Infine, ma non ultimo, Corrado “Dado” Sezzi, eclettico multipercussionista che partendo dalla musica Latino-americana, ha allargato il campo dedicandosi alla Canzone d’autore (tournée e dischi con Giorgio Gaber, Gian Piero Alloisio, Max Manfredi, Maurizio Lauzi etc.), alla New Age, al Jazz-Rock e alla musica Folk-tradizionale.
Un esemble di grandi musicisti che ci fa pensare al jazz più sincero, a quel dialogo alla pari fra singole voci che dà un senso al tutto.