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Cultura Camogli

L'abbazia di San Fruttuoso torna all'antico splendore

Terminate le prime opere di restauro da parte del Fai, l'antico manufatto è stato riconsegnato a residenti e turisti con la speranza di riuscire a valorizzare tutta la parte dedicata alla visita

L’abbazia di San Fruttuoso, a Camogli, torna all’antico splendore grazie al Fai, che giovedì mattina ha presentato i risultati di un restauro che ha coinvolto la torre, le facciate e gli ambiti a livello spiaggia, ormai corrosi a causa di vento, salsedine e mareggiate.

I lavori si sono articolati in diversi fasi: prima i rilievi, effettuati con tecnologia laser scanner che ha generato un modello tridimensionale della struttura per definire il progetto, poi gli interventi veri e propri. Gli esperti hanno effettuato operazioni di pulitura finalizzati a eliminare muschi, licheni e patine che nel tempo si sono depositate sulle superfici, procedendo poi con la stuccatura di fessurazioni, la ristilatura dei giunti e operazioni di velatura degli intonaci. 

Si è inoltre verificata la stabilità dei conci in pietra riposizionando quelli instabili, in modo da garantire la sicurezza di tutte le persone che frequentano la spiaggia mantenendo allo stesso tempo la struttura autentica e originale. Anche il restauro della torre nolare è stato realizzato in modo da mantenerne intatto l’aspetto esteriore: lo scopo ultimo, oltre al restauro e alla valorizzazione di quello che è a tutti gli effetti un monumento, è quello di preservarlo evitando di apportare cambiamenti estetici e strutturali.

Gli interventi, sottoposti all’approvazione degli abitanti e alle istituzioni di Camogli, sono partiti nel dicembre 2016, finita la stagione estiva, e il primo nodo da sciogliere è stato il trasporto dei materiali , dei ponteggi e delle attrezzature necessarie per il restauro, operazione resa complicata dalla posizione dell’abbazia, raggiungibile solo a piedi con 90 minuti di cammino o via mare. L’impresa che ha vinto la gara d’appalto per la torre, la ditta Formento di Finale Ligure, ha quindi deciso di far arrivare tutti i materiali via elicottero, mentre quella che si è aggiudicata la gara di appalto per le facciate e gli ambiti a livello spiaggia (impresa Magistri, diretta da Eros Zanotti) ha scelto di trasportare il materiale via mare con una enorme chiatta - detta pontone - arrivata dal porto di Genova.

Sono dunque stati aperti due cantieri, che i restauratori del Fai hanno deciso di “sfruttare” per svelare ai visitatori il dietro le quinte dei lavori grazie all’iniziativa Aperti per restauro. Numerose le persone che hanno scelto di partecipare agli incontri: guidati dal restauratore sui ponteggi i visitatori, muniti di elmetti e sospesi a 7 metri di altezza dalla spiaggia, hanno osservato da vicino l’intervento, e l’intenzione è quella di proseguire per tutto il 2017 con laboratori e attività legate al restauro e all’origine dell’abbazia. 

La speranza del Fai è di riaprire nel 2018 un nuovo cantiere di restauro che andrà a migliorare i percorsi di visita, estendendoli al Parco e all’Area Marina protetta, finalmente fruibili dagli amanti delle passeggiate naturalistiche e delle immersionisubacquee.

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