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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura

Rolli Days Digital Week: «C'è la consapevolezza che non venire a Genova significa perdersi qualcosa di straordinario»

Le parole di entusiasmo del curatore scientifico dell'evento, Giacomo Montanari, dopo il successo dell'edizione digitale

Si è chiusa raggiungendo e superando l'obiettivo, cioè un milione di visualizzazioni, la Rolli Days Digital Week, che ha aperto virtualmente le porte delle antiche dimore dell'aristocrazia genovese dal 16 al 23 maggio. Una misura necessaria per non creare assembramenti, viste le misure anti contagio da coronavirus, ma apprezzata dagli utenti che hanno potuto visitare anche da casa le bellezze dei Rolli, scoprendo anche - grazie ad alcuni contenuti speciali - angoli che normalmente non sarebbero stati visitabili.

Sono contenti tutti coloro che si sono dedicati alla riuscita dell'evento: «Abbiamo fatto in modo - scrive sulla sua pagina Facebook il curatore scientifico dei Rolli Days Giacomo Montanari - che, per la prima volta, l'eco di questi meravigliosi palazzi da godere insieme fisicamente nella visita agli spazi monumentali, giungesse a un milione di utenti sparsi in tutto il globo. Una rete di contatti, di interessi e di curiosità che adesso va curata, gestita e massimizzata nel prossimo futuro, ma che prima non esisteva, se non in potenza. È aumentata la conoscenza di Genova come città d'arte e luogo di cultura; è aumentata la sua percezione come potenziale meta turistica; come luogo in cui vedere cose che non si possono vedere altrove. C'è la consapevolezza, credo, che non venire qui, a Genova, significhi, finalmente, "perdersi" qualcosa di straordinario».

Gli ingredienti per continuare a lavorare su questa strada, per Montanari, sono tre, ci sono da tempo e vanno sviluppati: qualità («Genova ha le carte in regola per combattere ad armi pari con chiunque parlando di turismo culturale di qualità»), progetto («non si può più improvvisare. Soprattutto, nella situazione difficilissima che si apre con questa estate ancora segnata drammaticamente dalla pandemia, il dilettantismo e le azioni fatto "allo sbaraglio" sarebbero poco meno di un suicidio, per chiunque volesse tentarle») e respiro («è quel che viene comunemente chiamata "vision". Significa saper mettere accenti di futuro sulle parole che si spendono nel presente. Per me sono i giovani professionisti che crescono con queste azioni; le potenzialità che, nei momenti di crisi, vengono sviluppate; la consapevolezza che una Città più vivibile ha bisogna di cultura, di amore per il territorio e di prospettive per i giovani. Se no è solo un agglomerato di case»).

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