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Gli Ex-Otago si preparano per lo Stadium, l'intervista: «Genova è una città che ti porti sempre dietro»

A meno di un mese dal concerto più importante, e dopo un anno di successi, GenovaToday ha intervistato la band genovese: «Le storie semplici sono potenti e profonde perché sono vere»

Sono carichi, anzi, carichissimi, gli Ex-Otago, a meno di un mese dal grande concerto "Belin che bravi" (il 15 febbraio all'RDS Stadium), in cui festeggeranno i loro successi inseme ai fan e agli amici nella città che è la loro casa: Genova.

Un concerto molto importante - forse il più importante - per tanti motivi. In primis, gli Ex-Otago (Maurizio Carucci, Simone Bertuccini, Francesco Bacci, Olmo Martellacci e Rachid Bouchabla) segnano il primo live di una band genovese in un palazzetto. E poi è una data che cade più o meno a un anno dal debutto al Festival di Sanremo, e che in un certo senso chiude un cerchio: il grande successo all'Ariston, al concertone del Primo Maggio a Roma, il docu-film "Siamo come Genova", l'album "Corochinato" e - per arrivare alla recente attualità - l'affetto di una città intera che ha dedicato pochi giorni fa un murale ai suoi "supereroi". Un omaggio importante, considerato che a Genova gli unici precedenti sono stati disegnati per Fabrizio De André e Paolo Villaggio.

Senza contare i due nuovi singoli, "Scusa" e "Tutto ciò che abbiamo", che raccontano il viaggio che ogni rapporto affronta, del litigare e del prendersi i propri spazi, ma anche del tenersi per mano e aiutarsi, perchè ogni tanto si ha bisogno di qualcuno che ci dica come si fa.

Il 15 febbraio, data del vostro atteso concerto, cade più o meno a un anno dal vostro debutto sul palco dell’Ariston. Com’è stato quest’anno?

Abbiamo fatto tanto quest’anno, è stato un anno molto pieno e abbiamo cercato di viverlo al meglio. La nostra vita da allora non è cambiata molto, ci siamo divertiti tanto al Festival e abbiamo percepito molto affetto intorno a noi. È stato vivo. Quello che ci teniamo però a dire è che Sanremo prima e Corochinato poi, ci hanno fatto capire che abbiamo ancora tanto da raccontare, che evidentemente dopo 15 anni di carriera non abbiamo ancora detto tutto. Ed è anche per questo che sono nate Scusa e Tutto Ciò Che Abbiamo.

È anche uscito un documentario: “Siamo come Genova”. E com’è Genova? 

Com’è Genova, bella domanda! Genova è bella, è una città che ti porti sempre dietro, ovunque tu vada, nel bene o nel male. Genova è anche Marassi, un quartiere di periferia, conosciuto per lo stadio ed il carcere. È il quartiere dove siamo cresciuti, dove c’è il nostro studio di registrazione e, con molto orgoglio ed emozione, da pochi giorni c’è anche un murales che la città di Genova ha deciso di dedicarci, ancora stentiamo a crederci e cogliamo l’occasione per ringraziare tutte le persone coinvolte. Genova però è anche Corochinato, con cui non intendiamo il semplice aperitivo dopolavoro, ma intendiamo le persone comuni, semplici, come noi, quelle che ci mettono sempre un po’ di Genova nel fare le cose.

Avete definito quello del 15 febbraio – su un palco importante e tra l’altro nella vostra città - come il vostro live più importante di sempre: perché? Quali ricordi ed emozioni porterete sul palco con voi?

È il primo live di una band genovese in un palazzetto, è a Genova ed è una festa con i fan e con i nostri ospiti che hanno deciso di condividere con noi questo momento così importante. Per il resto, non sveliamo nulla, lo vivremo insieme. 

Qual è la vostra canzone che più vi rappresenta, e perché?

Partendo dal presupposto che potremmo passare la giornata a raccontarti i motivi per i quali ognuno di noi possa pensare ad un brano piuttosto che ad un altro, quello su cui siamo sicuramente tutti concordi è che siamo degli inguaribili romantici. Forse, al momento, potremmo dirti Tutto Ciò Che Abbiamo ma solo perché racconta un po’ della quotidianità dei rapporti e quindi di cose che più o meno viviamo tutti.

Le vostre canzoni raccontano alle persone la vita quotidiana, episodi che accadono tutti i giorni, tra amori, litigi, amicizie, ricordi. Le storie semplici possono essere allo stesso tempo potenti e profonde?

Le storie semplici sono potenti e profonde perché sono vere ma soprattutto, forse, il fatto che siano canzoni aiuta chi le ascolta a sentirsi “un po’ meno soli”, in un momento storico in cui si è un po’ perso il senso della collettività.

Sul palco dell’RDS Stadium non sarete da soli: chi vi accompagnerà in questa avventura?

Jack Savoretti che è già stato con noi sul palco di Sanremo e i Coma Cose.

Come vi state preparando al grande evento?

Andiamo a correre tutte le mattine, seguiamo una dieta molto rigida. Scherzi a parte, voi come vi preparereste ad una festa? Noi facciamo il conto alla rovescia!

Avete qualche “rito scaramantico” (o ricordate qualche aneddoto buffo?) prima di salire sul palco?

Niente di particolare, cerchiamo di stare insieme e caricarci il più possibile. Vi possiamo però raccontare di quella volta che abbiamo fatto un’Otagata pazzesca: avevamo proposto ai fan, durante un concerto, di fare tutti insieme un bagno in mutande dopo il concerto e gli unici 5 che si sono poi buttati siamo stati noi.

E dopo il concerto del 15 febbraio cosa vi riserva il futuro?

Lo scopriremo insieme, se vi andrà.

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