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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

Il pesto più buono in futuro sarà preparato... dall'intelligenza artificiale?

Macchine e algoritmi per scegliere il metodo di coltivazione migliore per esaltare il sapore senza toccare il dna della pianta

«Cosa rende il basilico tanto buono? In alcuni casi, l'intelligenza artificiale»: inizia così, sulla rivista online MIT Technology Review - che fa capo al Massachussets Institute of Technology - un articolo che a Genova di sicuro farà discutere.

Basta leggere il titolo: "Machine learning is making pesto even more delicious". In pratica, l'intelligenza artificiale fa il pesto anche meglio (di quella umana).

Ma siamo sicuri? Per Will Knight, autore dell'articolo, grazie all'intelligenza artificiale in Massachussets sono state create piante di basilico super deliziose: lo studio scientifico, pubblicato sulla rivista specializzata "Plos One", rivela come il basilico sia cresciuto in unità idroponiche con temperatura, luce, umidità e altri fattori controllati automaticamente, grazie a un algoritmo studiato appositamente per esaltare il sapore attraverso una serie di combinazioni per coltivare meglio senza modificare il dna della pianta.

L'intelligenza artificiale applicata all'agricoltura, utilizzando macchinari in grado di imparare le migliori condizioni per far crescere una pianta, sta spopolando: l'anno scorso nei Paesi Bassi, l'università di Wageningen ha organizzato il contest "Autonomous Greenhouse". L'obiettivo? Sviluppare i migliori algoritmi per far aumentare il rendimento delle piante di cetrioli utilizzando meno risorse possibile, lavorando in serre in cui parecchi fattori sono ormai controllati da computer.

Certo, facile parlare, per chi vive all'estero: a Genova - patria del pesto e del già buonissimo basilico di Pra' - l'intelligenza artificiale può aspettare.

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