"Giulio Cesare" di Shakespeare alla Corte
Il più noto dei drammi che Shakespeare ha dedicato alla storia dell’antica Roma. Giulio Cesare racconta gli avvenimenti che vanno dall’uccisione di Cesare (44 a.C.) alla morte di Cassio e Bruto a Filippi (42 a.C.), ponendo l’accento sul tema sempre attuale del rapporto tra etica e politica.
William Shakespeare (1564 – 1616) scrisse il Giulio Cesarenel 1599, attingendo agli eventi narrati da Plutarco. E la domanda essenziale del dramma proviene proprio da quell’antica fonte: che spazio ha l’etica in politica? Due personaggi così diversi quali Bruto e Cassio, mossi da intenzioni che possono essere anche opposte, arrivano a credere che l’assassinio del leader sia l’unica via percorribile per conservare la Repubblica Romana. Per questo organizzano la congiura e nel 44 a.C. uccidono Cesare in Senato. Ma dopo il delitto? Che cosa costruiranno una volta messo a segno il loro piano di distruzione? La verità è che gli assassini di Cesare non hanno un programma preciso, non hanno un progetto. Hanno sconvolto Roma e introdotto cambiamenti che rischiano di stravolgere pericolosamente la morale comune, eppure non hanno nulla da offrire in cambio. E proprio per questo finiranno con essere sconfitti a Filippi da Ottaviano e Marc’Antonio.
Giulio Cesare è un dramma che parla di sentimenti eterni, presenti da sempre nell’animo umano. Fra i tanti quello che spicca maggiormente è il fascino del potere per il potere. Un tarlo che muove gli animi dei protagonisti, finendo per travolgere tutto e tutti. Annota Giampaolo Savorelli, direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese dove lo spettacolo debutta il 6 luglio 2016: «Gli interpreti dell’edizione italiana son stati scelti mediante audizioni dal regista spagnolo, il quale ha anticipato che il suo Giulio Cesare sarà uno spettacolo molto originale, anticonvenzionale, moderno, ma anche rispettoso del testo shakespeariano, perché ci saranno dei tagli, ma non vedremo una rilettura».
Nome di spicco della scena teatrale europea e direttore della sezione teatro alla Biennale di Venezia, lo spagnolo Alex Rigola firma la sua prima regia in lingua italiana, riprendendo quella realizzata per il Teatro Lliure di Barcellona nel 2003. Un dramma epico, intenso e appassionante, che vede in scena un cast di tredici attori, tra cui Michele Riondino (nel ruolo di Marc’Antonio), artista che si muove agevolmente tra teatro, cinema d’autore e televisione.