Cineritratti dall'archivio di Luigi Freddi: la mostra
A partire dalle ore 17 di giovedì 26 gennaio, presso PhotoFactory, verrà inaugurata la mostra fotografica: "Cine-ritratti dall'archivio di Luigi Freddi". Dalla Wolfsoniana di Nervi, e già parte della mostra "La nascita di Cinecittà. Fotografie dal fondo di Luigi Freddi" ospitata nel 2014 nell'omonima sede genovese, Photofactory espone una selezione di ritratti provenienti dal fondo di Luigi Freddi, visitabile gratuitamente dal 26 gennaio (10:30-13:00; 14:00-19:30).
I ritratti raccolgono immagini di registi e attori attivi a Cinecittà che Freddi incontrò tra la metà degli anni Trenta e i primi anni Cinquanta: da Georg Pabst a Max Ophüls, da Madeleine Carroll a Gino Cervi, da Osvaldo Valenti a Ruby D'Alma, e ancora Carmine Gallone, Maria Denis, Tullio Carminati, Caterina Boratto, Macario, Lea Padovani, Ingrid Bergmann, Renato Rascel, Ceacutacile Aubry. A testimonianza dei suoi ampi e intensi contatti internazionali è l'ampia galleria di ritratti fotografici, con dediche autografe al direttore di celebri personalità del mondo del cinema. Tra i registi figurano l'americano Clarence Brown; il russo Sergej Eizenstein, la tedesca Leni Riefenstahl che nel 1937 girò Olympia, il noto documentario sui giochi olimpici di Berlino; e ancora l'austriaco Gustav Ucicky e i sovietici Nikolaj Ekk e Vsevolod Pudovkin. Tra gli attori, l'inglese Charles Laughton; il tedesco Emil Jannings, interprete del professor Rath accanto a Marlene Dietrich ne L'angelo azzurro; i francesi Mireille Balin, Pierre Blanchar e Michel Simon; gli americani Edward G. Robinson e Peggy Cummins.
Luigi Freddi (Milano 1895 - Roma 1977) nato in una famiglia di origini modeste, dovette abbandonare presto gli studi e continuare la sua formazione da autodidatta. Attratto dalle idee dei futuristi, nel 1913-14 fu in prima linea in molte delle loro battaglie artistiche e interventiste. Nel 1914 venne arrestato e, non appena l'Italia entrò nel conflitto, si arruolò volontario. Nel frattempo aveva iniziato a occuparsi di questioni aeronautiche, seguendo tra l'altro, nel 1933, le soste nordamericane della Trasvolata Atlantica di Italo Balbo. Si trasferì quindi in Messico, per approdare ad Hollywood, dove studiò con grande interesse l'organizzazione produttiva degli studios cinematografici. Nel 1934, Galeazzo Ciano, nuovo capo dell'Ufficio stampa e propaganda del partito fascista, lo nominò direttore generale per la cinematografia. Freddi iniziò un'attività frenetica che lo vide al centro di tutti gli interventi legislativi a sostegno della cinematografia nazionale, promotore della nascita di Cinecittà e del Centro Sperimentale di Cinematografia e impegnato in prima fila nella realizzazione di alcuni film importanti. Nel 1940 venne nominato presidente di Cinecittà e poco dopo della Cines e dell'ENIC (Ente nazionale industrie cinematografiche), due delle principali case di produzione e distribuzione cinematografiche italiane. Dopo il 25 luglio 1943, si trasferì a Venezia, dove la Repubblica Sociale Italiana tentò di ridare vita a Cinecittà: Freddi riuscì solo a salvare il patrimonio tecnico trasferito da Roma sulla laguna, impedendo che prendesse la via della Germania. Con il crollo della RSI, cercò di riparare in Svizzera, dove si era rifugiata la moglie, Marina Šaljapina, figlia del celebre basso Fedor. Incarcerato, nel maggio 1946 venne prosciolto dall'accusa di ingiustificato arricchimento. Il nuovo clima politico del dopoguerra non gli fu favorevole: se si eccettuano le collaborazioni con "Il Tempo" e con il produttore Angelo Rizzoli, Freddi entrò nel cono d'ombra. Nel 1949 pubblicò il volume Il cinema, riedito con alcuni tagli nel 1994. Gli originali delle fotografie in mostra provengono dal Fondo Luigi Freddi, conservato presso The Mitchell Wolfson Jr. Private Collection, Genoa and Miami, in comodato presso Wolfsoniana-Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova. Le fotografie sono state presentate in occasione della mostra La nascita di Cinecittà. Fotografie dal fondo di Luigi Freddi tenutasi alla Wolfsoniana di Genova Nervi dal 18 luglio al 2 novembre 2014 (www.wolfsoniana.it).