"Cantami di questo tempo" nel ricordo di Faber, riflessione sull'attualità delle canzoni di De André
Sono già diciassette anni che Fabrizio De André ci ha lasciato eppure il suo sguardo continua a nutrire il nostro presente grazie a canzoni che non solo hanno accompagnato la crescita culturale, etica e politica di più di una generazione, ma che hanno saputo anche restituire voce e dignità agli "esclusi", ai reietti e a chi, da sempre, "viaggia in direzione ostinata e contraria".
La voce e le parole di Faber sono state, sono e resteranno il "viatico" migliore per interpretare la realtà fuori dai luoghi comuni e dalle ipocrisie di una società quasi incapace ormai di solidarietà in un mondo soffocato da egoismi, guerre, violenze e razzismo.
Attorno a questi temi, seguendo il "fil rouge" della poetica deandreiana, discuteranno Alessandro Santoro (prete nel quartiere e nella Comunità di base delle Piagge, nell'estrema periferia di Firenze), che quotidianamente vive e lavora fianco a fianco con quell'umanità di "disobbedienti alle leggi del branco" cantati da Fabrizio, e Romano Giuffrida, autore del libro: "De André, che bella compagnia" (EdizioniPiagge, 2014), la riedizione di "Gli occhi della memoria" (Eleuthera 2002) arricchita dal capitolo "Gli occhi del presente", un dialogo sull'attualità della poesia di Faber.