Alfabeto di Auschwitz, reading a Sampierdarena
Il reading s’ispira all’"Alfabeto di Auschwitz", versione italiana di "An Auschwitz Alphabet" di Jonathan Wallace. Si tratta di un pregnante ed esaustivo lavoro sulla Shoah e sul lager di Auschwitz in particolare, che Wallace ha costruito quale tributo a Primo Levi. Il testo di Wallace è stato utilizzato come griglia, entro le cui voci (da A: Arbeit Macht Frei fino a Z: Zyklon B), sono state inserite le testimonianze dei sopravvissuti e documentazioni audiovisive.
Agli organizzatori dell'associazione Sant'Ambrogio Musica interessava una riflessione su un soggetto storico: rinchiudere delle persone in luoghi appositamente concepiti per lo sterminio, asfissiarli come si fa con gli insetti, significa negare l’essenza umana delle vittime, distruggere la nozione stessa di umanità. L’esperienza dei campi ha aperto un baratro incolmabile nella tradizione politica della modernità e il nostro presente resta infestato da questo veleno che si manifesta non solo nei genocidi che continuano a perpetuarsi, ma nel razzismo più o meno esplicito che permea la nostra vita quotidiana.
Il reading non intende proporsi come una macabra elencazione di orrori bensì come un monito a ricordare affinché alcuni grandi capisaldi dei valori umani non vadano perduti: “Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue della vita, è stato inutile” (dai diari di Etty Hillesum); “E’ possibile, anche laddove sembra che l’uomo sia sommerso, conservare la dignità” (Primo Levi), ed in ultimo le parole del filosofo Santayana: “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”.