Altri suoni - "Disabit(u)ati" con Stefano Guarnieri al Count Basie
Stefano Guarnieri - Pianoforte, percussioni, lira, fiati
Sul palco un pianoforte, percussioni e fiati creano un libro sonoro da sfogliare con l’artista. Sei capitoli simbolici dove si esplorano i contorni più netti e le sfumature più remote dell’intimo di ognuno di noi. La suggestione ispiratrice è un apparente gioco di parole: abituati ad abitare e abitare le abitudini. Due condizioni precarie che si appoggiano su certezze illusorie.
Disabit(u)ati più che un concerto è una piccola opera musicale, che prende in prestito la struttura della tragedia greca. È un "concerto" che si divide in capitoli che accompagnano l'artista e il pubblico da un PROLOGO a un ESODO, partendo dalle note di Ludwig van Beethoven per finire con la sinfonia silenziosa di John Cage, passando per i luoghi musicali di Claude Debussy, Mauricio Kagel, Fryderyk Chopin, Stefano Guarnieri, Morton Feldman. Dall'intro improvvisata, questo "libro sonoro" unisce prologo ed esodo con sei episodi che introducono le suggestioni adatte ad accomodarsi fra i suoni, così apparentemente eterogenei e lontani da un epoca all'altra, da un autore all'altro, e in realtà uniti in modo forte e coerente dal concetto di (dis)abitudine e (dis)abitato che l'artista ha cercato di raccontare, in una storia che accomuna tutti noi.