Effetti 3D e computer grafica per l'"Aida" di Verdi al Carlo Felice
Dal 2 al 16 dicembre al teatro Carlo Felice va in scena una spettacolare versione della celebre opera "Aida" di Giuseppe Verdi - tra computer graphic, effetti 3D e realtà virtuale - in memoria del Maestro Tullio Serafin nel cinquantesimo anniversario dalla morte e a settant’anni dalla sua Aida genovese (estate 1948).
Orari: 2 dicembre ore 19, 4 dicembre ore 20, 5 dicembre ore 20, 9 dicembre ore 15,30, 15 dicembre ore 15,30, 16 dicembre ore 15,30.
In occasione della prima, il 2 dicembre, festa in piazza De Ferrari con degustazioni gratuite per tutti e fuochi d'artificio.
La trama
Radamès e Aida. Lui è il capitano delle guardie egizie, lei una schiava etiope. Un uomo e una donna uniti dall’amore ma divisi dalla rispettiva appartenenza a due popoli in lotta. Il potere cerca di soffocare e manipolare il loro sentimento, loro resistono con fedeltà, onore e sincerità, ma al prezzo di una fine tra le più crudeli dell’intera storia dell’opera lirica. E tra le più commoventi. Il canto dei due innamorati condannati a morire sepolti vivi si spegne, morbido e dolcissimo, nel nulla, mentre chi resta (Amneris, figlia del Faraone, la rivale in amore di Aida) sussurra la parola che, nel mondo feroce di Aida, può essere solo una speranza: «pace».
Tutti conoscono la “marcia trionfale”, i baldanzosi squilli di fanfara che, nel secondo atto, celebrano la vittoria degli egiziani sugli etiopi. Ma lo sfarzo scenografico, i cori e le danze da grand-opéra sono solo la facciata di Aida. Dietro la maschera dell’esotismo, della passione egittologica diffusa in Europa alla fine dell’800, c’è un’opera sulla fragilità dell’amore, destinato a soccombere davanti alla forza bruta del potere.
Il nuovo allestimento
Il Teatro Carlo Felice presenta il terz’ultimo titolo di Verdi, che nel 1871 inaugurò il Teatro dell’Opera del Cairo, in un nuovo allestimento con la regia di Alfonso Antoniozzi, reduce, come regista, dal successo riscosso nelle scorse stagioni genovesi con il dittico donizettiano Roberto Devereux e Maria Stuarda.
L'opera, che apre la stagione lirica del Carlo Felice, si prospetta spettacolare, con una scenografia realizzata in computer grafica, effetti 3D, giochi di luce e realtà virtuale.