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Economia

Regione Liguria: quarto posto in Italia per spesa pro capite

Grasso, Confartigianato Liguria: «Bene, ma intervenire con decisione su sanità e partecipate»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

Genova - La Liguria è al quarto posto nella classifica della spesa regionale per abitante. È quanto risulta dai dati Corte dei conti e Copaff, riferiti al 2010. Gli impegni di spesa della Regione Liguria sono di 2.692 euro ad abitante, inferiori solo a quella della Basilicata (3.421 euro), Lazio (3.229 euro) e Molise (2.939 euro).
Positiva però la riduzione della spesa media pro capite della Liguria, che passa dai 2.766 euro nel 2006 ai 2.692 euro nel 2011, cifra che tende progressivamente a convergere verso il valore medio nazionale di 2.576 euro.

La spesa della Regione Liguria, che ha raggiunto nel 2010 i 4,35 miliardi di euro, è diminuita del 3,4% solo tra 2009 e 2010, contro la media delle Rso, pari a -0,2%. Diminuita invece del 2,3% nel periodo dal 2006 al 2010 e in controtendenza con la media nazionale (+9%).

Circa l’86% della spesa della Regione Liguria è destinata alle uscite correnti, come personale e acquisti di beni e servizi, mentre il 12% si riferisce alle spese in conto capitale, tra cui gli investimenti.

La funzione che assorbe la maggior parte della spesa di bilancio è la sanità: «A questa voce – spiega Giancarlo Grasso, presidente regionale di Confartigianato Liguria – è destinato il 73,3% del bilancio, a fronte di una media Rso, Regioni a statuto ordinario, del 68,4%. Al secondo posto i trasporti, con il 6,5% delle uscite, seguiti dall’istruzione e formazione professionale, a cui è riservata una quota del 3,3%. In entrambi i casi le risorse destinate sono superiori alla media, rispettivamente dello 0,5% e dello 0,7%». A viabilità e infrastrutture la Regione Liguria riserva il 2,7% della spesa, minore incidenza sul bilancio, invece, per amministrazione generale (2,9%), assistenza sociale (2%), edilizia e urbanistica (1,2%), attività produttive, commercio e turismo (1%).

«Siamo al fianco della Regione Liguria – aggiunge Grasso – nel dichiararci contrari a tagli lineari che non premino la qualità della spesa e che non tengano conto ad esempio della popolazione anziana residente, ma risulta evidente che nella nostra regione servono comunque interventi decisi sulla spesa sanitaria e anche sulle partecipate. Infatti la spesa delle imprese pubbliche degli enti locali liguri ha raggiunto il 9,5% del Pil: un valore quasi triplicato rispetto al 3,4% registrato dieci anni prima e doppio rispetto alla media italiana (4,6%). La buona performance delle spese per l’amministrazione generale (2,9% contro il 4,6% della media Rso) non riesce infatti a compensare le maggiori spese per la sanità, “mortificando” così gli investimenti per le attività produttive all’1% contro la media Rso del 2,6%».

Con una percentuale di poco superiore alla media Rso (pari al 43,2%), la Regione Liguria si colloca al settimo posto nella classifica dell’autonomia tributaria: il margine decisionale dell’ente regionale è pari al 43,5%, valore inferiore solo a quello di Lazio, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Campania. Le entrate tributarie totali in Liguria ammontano a 1.877 euro per abitante, circa 100 euro in meno rispetto alla media Rso: di questi, 816 euro derivano da tributi propri della Regione Liguria, di 35 euro inferiori alla media, e oltre mille euro sono invece tributi derivati. Le entrate derivanti da Irap e bollo auto sono inferiori a quelle medie Rso: rispettivamente 551 e 81 euro contro 581 e 100 euro. In linea con le altre Regioni a statuto ordinario, l’addizionale regionale Irpef, pari a 151 euro per abitante. Uno scarto maggiore si registra nella compartecipazione all’Iva, tributo destinato a finanziare la spesa sanitaria: 988 euro contro 1.052 della media Rso.

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