Spending review: la Provincia di Genova rischia il dissesto
Forte allarme in Provincia di Genova per l’esorbitante taglio al bilancio dell’ente imposto dal governo nel decreto sulla spending review: 22,8 milioni su 25,5 nel 2013, ovvero un azzeramento che impedirebbe qualsiasi spesa
Genova - Forte allarme in Provincia di Genova per l’esorbitante taglio al bilancio dell’ente imposto dal governo nel decreto sulla spending review: 22,8 milioni su 25,5 nel 2013, ovvero un azzeramento che impedirebbe qualsiasi spesa, e in particolare quelle per la manutenzione delle strade e delle scuole e quelle per i centri per l’impiego.
Il calcolo è stato fatto dagli uffici finanziari della Provincia, che hanno subito informato il Commissario straordinario Piero Fossati, che ha espresso grave preoccupazione: “Queste condizioni sono insostenibili – afferma Fossati –, occorrerà fare forte pressione sul governo e sul Parlamento affinché la conversione in legge del decreto modifichi i criteri del tutto incongruenti con cui è stata determinata l’entità dei tagli”.
Vediamo come i tecnici della Provincia hanno calcolato il taglio.
La base su cui il governo ha deciso di calcolare il taglio, che sarà del 14% nel 2012 (ovvero 500 milioni di euro per tutte le Province italiane) e del 28% nel 2013 (1 miliardo di euro) è la cosiddetta ‘spesa intermedia’. Una voce che per la Provincia di Genova è stata nel 2011, anno preso a riferimento dal governo, di 81,9 milioni su una spesa corrente di 140 milioni. Ma questo importo comprende in larga parte denaro che la Provincia non può toccare, perché non è suo: si tratta infatti di trasferimenti per attività delegate dalla Regione, come formazione e lavoro e trasporto pubblico locale (tpl). In particolare i corsi di formazione rappresentano un valore di 25,4 milioni, le politiche del lavoro 7,8 milioni e il tpl 23,1 milioni. Tolte queste voci, degli 81,9 milioni ne restano 25,5. ed è solo qui che la Provincia può ridurre i costi. Ma come detto i tagli del 14% nel 2012 e del 28% nel 2013 vengono calcolati sugli 81,9 milioni, quindi ammontano alle cifre ‘monstre’ di 11,4 milioni di euro quest’anno e 22,8 milioni l’anno prossimo. Andare a togliere queste importi abnormi da 25,5 milioni significa azzerare tutte le attività e mandare la Provincia di Genova in dissesto: non si potrebbero più asfaltare e riparare le strade, aggiustare la caldaie rotte nelle scuole, assistere 50.000 disoccupati nei centri per l’impiego.
L’incongruità del criterio stabilito dal governo va di pari passo con la sua mancanza di equità, perché non tutte le Province italiane sono nella condizione di quella di Genova e delle altre tre Province liguri, a cui la Regione ha delegato tpl e formazione. Per esempio la provincia di Bologna, dal momento che la Regione Emilia Romagna non ha delegato queste attività alle Province, pur avendo una spesa corrente paragonabile a quella della Provincia di Genova (129 milioni), ha una ‘spesa intermedia’ molto inferiore, di 33,3 milioni, e quindi i tagli del 14% nel 2012 e del 28% nel 2013 ammontano alle più modeste cifre di 4,6 e 9,2 milioni.
Urge quindi una netta modifica del criterio di calcolo dei tagli, che tenga conto non della ‘spesa intermedia’, ma dei consumi effettivi a carico delle Province, al netto quindi dei fondi vincolati trasferiti da Regioni e Comuni: calcolando infatti come base del taglio i 25,5 milioni di spese effettive per attività proprie, la Provincia di Genova dovrebbe rinunciare nel 2012 a 3,6 milioni e nel 2013 a 7,1 milioni. Sforbiciate non certo leggere, ma più sopportabili.
Ci sono quasi due mesi di tempo per far cambiare rotta al governo: se le cose non cambieranno, il dissesto è certo.
Il Commissario Piero Fossati, coordinandosi con i presidenti delle Province di Savona, Imperia e La Spezia, farà sentire la voce delle Province Liguri al Governo.