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Economia

Chiusura Rinascente, lavoratori in sciopero per 32 ore

I sindacati puntano il dito contro gli impegni presi dall'azienda a luglio, tra cui il mantenimento del punto vendita genovese

Uno sciopero di 32 ore e la richiesta di un confronto immediato per avere chiarimenti sul futuro: si è chiusa con queste due disposizioni l’assemblea generale dei lavoratori e delle lavoratrici della Rinascente, indetta dopo l’annuncio che il punto vendita di largo XII Ottobre chiuderà i battenti entro il novembre del 2018.

A comunicarlo sono le associazioni sindacali, che puntano il dito contro le dichiarazioni che il gruppo Rinascente aveva rilasciato pochi mesi prima di annunciare la chiusura: «Lo scorso 12 luglio, durante un incontro con le organizzazioni sindacali territoriali, l’azienda dichiarava, in riferimento al punto vendita genovese, un fatturato in crescita del 3,8% su base annua, un aumento del volume delle vendite pari al 4,8%, la riduzione di un terzo della passività (dai 700.000 euro del 2012 ai 230.000 del 2017), l’impegno alla rinegoziazione dei canoni di affitto con Carige, proprietaria dell’immobile, e la volontà e l’impegno a proseguire l’attività sulla piazza genovese - fanno sapere i sindacati - Invece, lo scorso 9 novembre, dopo neppure 5 mesi da quell’incontro, l’azienda comunicava direttamente ai dipendenti genovesi riuniti in plenaria la chiusura entro un anno del punto vendita; questo nonostante un incontro nazionale avvenuto pochi giorni prima e una richiesta di incontro, in quel momento senza riscontro».

«Durante i passaggi immediatamente attivati da Regione e Comune, abbiamo assistito attoniti ad affermazioni dell’azienda in netto contrasto con quanto dichiarato solo pochi mesi prima: una su tutte, il “rimangiarsi” l’impegno a restare sulla piazza genovese. Ci ha lasciato ancor più sbalorditi la dichiarazione da parte di Carige di non aver più avuto contatti con Rinascente dal lontano 2013, se non per aver ora ricevuto formale disdetta di locazione dell’immobile - proseguono i sindacati - Lo stupore si trasforma in rabbia nel sentire che la città di Genova non viene considerata degna di ospitare il marchio Rinascente, in quanto “piazza poco appetibile”. E, ancor di più, considerando i sacrifici sopportati dai lavoratori negli ultimi 5 anni, con l’uso di ammortizzatori sociali».

Da qui la dichiarazione dello sciopero di 32 ore, e la richiesta di attivazione immediata di un confronto, anche con il coinvolgimento delle istituzioni, che porti al mantenimento del punto vendita e alla salvaguardia dei posti di lavoro.

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