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Economia

Crollo Morandi, oltre 158 milioni di danni alle imprese

A oggi sono state 425 le richieste di risarcimento presentate. Maggiormente colpito il settore dell’industria, seguono commercio e servizi

A quattro mesi dal crollo del ponte Morandi, inizia a delinearsi con più precisione la situazione economica con cui la città deve fare i conti e i danni provocati dalla tragedia: stando a quanto stimato dalla Camera di Commercio, il bilancio è di oltre 158 milioni di euro (158.587.749), calcolato sulla base di 425 modelli per richiesta risarcimento presentati.

I dati sono stati illustrati dal segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia, e riguardano le imprese della zona rossa e di quella arancione, e cioè l’area limitrofa a quella del crollo. Il settore più colpito è l’industria, con 94.766.732, seguito dal commercio con 43.513.856 e dai servizi con 11.891.911 euro.

Il bilancio è stato presentato nel corso dell’incontro “Fatta la legge bisogna fare il ponte” (cui ha partecipato anche il presidente della Camera di Commercio, Luigi Attanasio), finalizzato all’analisi di questioni come demolizione e ricostruzione, perimetrazioni delle zone interessate dal crollo, interventi sulla viabilità, zona franca, zona logistica speciale, contributi alle imprese danneggiate, cassa integrazione in deroga.

«L’analisi dei modelli presentati alla Camera di Commercio - ha detto Caviglia - è il punto di partenza per la definizione, che il Commissario per la ricostruzione dovrà fare, dei perimetri di maggior interesse per le imprese: quello in cui le imprese riceveranno i contributi, quello della zona franca urbana e quello della cassa integrazione».

Zona arancione, riunione a Sampierdarena per tutelare i negozianti

Martedì mattina, intanto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco Marco Bucci, hanno incontrato una delegazione di commercianti di Certosa, mentre quelli della zona arancione, riuniti in un comitato, hanno annunciato una riunione il 30 novembre al centro civico Buranello per discutere in particolare della situazione di Sampierdarena e di come contrastare «l'inevitabile fenomeno di desertificazione delle imprese del quartiere, tutelando gli interessi di tutti i negozianti».

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