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Crisi, l'allarme della Cgil: Liguria regione più penalizzata d'Italia

La Liguria risulta essere la regione d'Italia che più ha risentito della crisi economica; fra il 2008 e il 2011, le famiglie hanno subito una diminuzione del 2,9% del reddito disponibile (- 3.2% nel 2012) con 188 mila persone a rischio povertà

Genova - Venerdì 26 aprile 2013 a Genova la Cgil Liguria ha presentato il report 'Consuntivo 2012: tendenze e dinamiche previsionali 2013'. Per la prima volta il report dedica una parte significativa alle disuguaglianze sociali, fotografando una realtà drammatica.

 

La Liguria infatti risulta essere la regione d'Italia che più ha risentito della crisi economica; fra il 2008 e il 2011, le famiglie hanno subito una diminuzione del 2,9% del reddito disponibile (- 3.2% nel 2012) con 188 mila persone a rischio povertà ossia sotto la soglia dei mille euro mensili per una famiglia composta da due componenti; inoltre, ben 78 mila liguri vivono in famiglie dove nessun componente lavora o percepisce una pensione.

A marzo 2013 le stime Cgil rilevano ben 117 mila tra disoccupati e inoccupati in Liguria così suddivisi: Genova 61 mila, Savona 24 mila, La Spezia 17 mila, Imperia 15 mila, dati che fanno schizzare il tasso di disoccupazione oltre il 15 per cento.

«La decrescita consolidata 2008/2012 - sottolinea Bruno Spagnoletti, responsabile ufficio economico Cgil Liguria - si attesta al -6,9 per cento risultando di oltre 2 punti superiore al trend del Nordovest e il Valore Aggiunto regionale si è contratto di oltre 3 mila milioni di euro; un siffatto andamento negativo del Pil ligure continuerà anche per tutto il 2013 con una ulteriore contrazione all’interno di una forbice tra -1,3 e -1,8 per cento, risultato peggiore della media del Nordovest e del Sistema Paese».

«La recessione sta distruggendo le aziende liguri: nel 2012 i fallimenti hanno interessato oltre 3 mila imprese. Tra i settori, quello maggiormente in difficoltà è l’industria e soprattutto quella manifatturiera ridotta ormai ad uno scarso 11 per cento “In questo quadro - aggiunge Spagnoletti - la Cgil lancia un allarme rosso: è in gioco il rischio di implosione della industria manifatturiera ligure verso posizioni sempre più marginali».

A tutto questo si aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione; sino ad oggi, attraverso gli ammortizzatori sociali si è riusciti a contenere una situazione esplosiva: sono circa 17 mila i lavoratori in cassa integrazione e gran parte di questi usufruiscono della cassa in deroga per la quale è noto non vi sono più risorse.

Per Federico Vesigna segretario generale Cgil «In questi anni, attraverso un generalizzato ricorso agli ammortizzatori sociali si è riusciti ad attenuare l’impatto della crisi sull’occupazione, oggi la situazione rischia di precipitare. Al nuovo Governo chiediamo di trovare le risorse per non abbandonare a se stessi proprio quei lavoratori che operano in quella miriade di piccole e piccolissime imprese schiacciate dalla crisi – e continua – se vogliamo mettere un freno al dilagare della povertà si deve tornare a crescere e a creare nuovi posti di lavoro e dove il lavoro c’è la manodopera locale non può restare fuori dai cancelli dei cantieri come rischia di avvenire sul Terzo Valico».

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