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Economia

Commercio, Genova fanalino di coda dei centri più vitali. Persi 11mila posti di lavoro

I dati diffusi da Confcommercio e Cisl parlano chiaro: la città sta affrontando una profonda crisi legata in primis alla diminuzione di esercizi commerciali, e dunque di occupati

Le tante botteghe più o meno storiche costrette ad abbassare la saracinesca, le chiusure “eclatanti” di esercizi commerciali come Rinascente, Ca’Puccino e in ultimo Moody e Pasticceria Svizzera: non stupisce che Confcommercio abbia messo Genova agli ultimi posti nella classifica della vitalità commerciale dei centri storici italiani.

Stando ai dati diffusi, a Genova sono stati persi oltre 64mila negozi negli ultimi 10 anni, conseguenza, secondo gli esperti, del graduale spopolamento: «Genova ha perso il 30% dei suoi abitanti negli ultimi 30 anni. La crisi del commercio è conseguenza dello spopolamento e dell'invecchiamento della città», ha detto Alessandro Cavo, vicepresidente di Confcommercio Genova, commentando una classifica in cui il capoluogo ligure è quarto per rischio declino del commercio tradizionale. Oltre 400 i negozi del centro storico che negli ultimi 10 anni hanno chiuso, e stando ai dati diffusi dalla Cisl sono 11mila le persone rimaste senza lavoro dal 2012 al 2017. Nel 2018, mille i posti di lavoro persi soltanto nel settore commercio.

«La riduzione dell’offerta commerciale, 64mila negozi di meno negli ultimi 10 anni, e la confusa e disordinata crescita di strutture di ristorazione e alloggio, stanno impoverendo le nostre città - ha detto Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio - C’è bisogno di un piano nazionale per la rigenerazione urbana fondata sul riconoscimento del rapporto strettissimo tra commercio e vivibilità delle città, e di misure dedicate all’innovazione per le piccole superfici di vendita. Città più belle e attrattive danno fiducia e sicurezza, e costituiscono un grande valore sociale ed economico. Commercio, turismo e servizi vivono delle città, e le fanno vivere».

Genova, in particolare, punta sul turismo, come confermato anche da Cavo:  «È la scommessa in più per risollevarci, e le infrastrutture come il Terzo Valico sono fondamentali, nella speranza che nel momento in cui Genova fosse più raggiungibile il vento di crescita di Milano possa arrivare anche qui».

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