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Economia ligure, Bankitalia: «Il numero di occupati si è ridotto»

L'economia ligure cresce ma aumenta anche la disoccupazione. È quanto emerge dall'ultima analisi della Banca d'Italia sull'andamento delle imprese nella nostra regione. Raffaella Paita ed Edoardo Rixi hanno commentato in maniera opposta di dati

La Banca d'Italia ha pubblicato il suo aggiornamento congiunturale sull'andamento delle economie regionali, compresa quella ligure. Per consultare l'analisi completa clicca qui.

Il quadro di insieme

Nei primi nove mesi del 2017 l'economia ligure ha proseguito a crescere moderatamente: rispetto all'anno precedente, al positivo andamento del terziario privato non finanziario si sono aggiunti la ripresa dell'industria in senso stretto e segnali di stabilizzazione nel settore edilizio.

Le imprese industriali hanno registrato nel primo semestre una decisa crescita delle esportazioni, che ha interessato quasi tutte le principali branche produttive della regione. Anche la domanda interna di prodotti industriali e di servizi si è innalzata. Nel terziario i flussi turistici hanno riportato un nuovo aumento delle presenze. I traffici di merci - sospinti dalla ripresa economica e dall'andamento del commercio internazionale - hanno segnato un progresso, in particolare nella movimentazione di container. Il settore commerciale ha beneficiato del leggero aumento dei consumi delle famiglie, sui quali pesano però le condizioni ancora incerte del mercato del lavoro. È salito il numero di compravendite di abitazioni.

Malgrado il favorevole tono congiunturale, le imprese non hanno modificato significativamente i livelli di occupazione e di capitale fisico. Sulla spesa per investimenti, non dissimile da quella del 2016 e in linea con quanto programmato a inizio anno, pesano gli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata, pur in presenza di condizioni di accesso al credito ancora distese e incentivi fiscali sui beni strumentali.

Il numero di occupati si è ridotto, a causa del calo dei lavoratori autonomi; sull'evoluzione dell'occupazione dipendente, stagnante da oltre due anni, incide anche la necessità di riassorbire i lavoratori in Cassa integrazione.

La situazione economica e finanziaria delle aziende liguri si è rafforzata, grazie all'aumento dei volumi operativi e a un miglioramento nei tempi di pagamento tra le imprese. In presenza di una spesa per investimenti ancora prudente, i prestiti bancari alle imprese hanno continuato a contrarsi. Le famiglie hanno invece incrementato sia il credito al consumo, sia i mutui per l'acquisto di abitazioni. Il positivo tono congiunturale si è riflesso, sia per le imprese sia per le famiglie, in un miglioramento della qualità del credito, definita dagli ingressi in sofferenza.

Le reazioni politiche

«Il traffico mercantile complessivo dei porti liguri ha registrato una crescita nel primo semestre dell'anno, confermando il buon andamento della seconda metà del 2016. La movimentazione dei container registra una crescita più elevata di quella dei porti del Nord Europa e del Mediterraneo occidentale. Evidentemente il nostro impegno nel coordinamento interregionale sulla logistica sta portando i primi risultati: le potenzialità dei nostri scali sono enormi e potrebbero creare nuova occupazione una volta raggiunta un'adeguata autonomia finanziaria e amministrativa». Lo dichiara l'assessore regionale allo Sviluppo economico e ai Porti Edoardo Rixi commentando i dati dell'ultima analisi congiunturale di Bankitalia. «Registriamo segnali di crescita - continua l'assessore Rixi - anche nell'export del primo semestre, rispetto al 2015, a un ritmo più che doppio rispetto a quello nazionale e al Nord Ovest. Dati questi che ci indicano come la Liguria abbia ripreso a crescere. Anche la fiducia delle imprese è in aumento, soprattutto nei settori dell'agro-alimentare e dell'high-tech, con previsioni positive di crescita di fatturato a fine anno. Le politiche di accesso al credito e di supporto agli investimenti alle aziende hanno agevolato la ripresa: ora occorre proseguire con politiche di attrazione di nuovi investimenti che generino nuova occupazione, in particolare giovanile».

«È arrivata l'ennesima doccia fredda, come confermano i dati di Bankitalia, dopo quelli di Istat, sindacati e Camera di Commercio (se ci fossero stati ancora dei dubbi su come sta andando a picco l'economia ligure). In sintesi siamo sotto ai 600mila occupati, il tasso di disoccupazione nel 2016 (governava già Toti) era al 9,6% e oggi arriva al 10%. Mentre nel Nord Ovest, nello stesso periodo, cala dello 0,5%. I numeri sono testardi. Stiamo semplicemente precipitando in un baratro economico, mentre ci fanno ballare come sul Titanic sopra i tappeti rossi. Perché Toti non va sulle tv nazionali a spiegare davvero il modello Liguria? La formula che potrebbe utilizzare per spiegare la sua strategia è: più tasse e più disoccupati. È questo infatti il vero primato nazionale del centrodestra, che potrebbe essere anche un'anticipazione del modello nazionale. D'altronde ci si dovrebbe ricordare come hanno lasciato il Paese all'epoca dello spread di Berlusconi. Ed è esattamente quello che stanno facendo in Liguria». Così Raffaella Paita, capogruppo Pd in Regione Liguria.

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