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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Banca d'Italia: l'economia ligure è tornata a crescere

La Banca d'Italia, in una pubblicazione dell'Ufficio Analisi, mostra i timidi segnali di ripresa: la disoccupazione è diminuita, e commercio e turismo hanno riportato risultati positivi

Sono segnali positivi - seppur molto timidi - quelli che provengono dalla pubblicazione "L'economia della Liguria - Giugno 2016", redatta dall'Ufficio Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d'Italia (e disponibile sul sito web della Banca d'Italia). 

In sostanza, nel 2015 l’economia ligure è tornata a crescere, anche se in misura limitata: all’aumento dell’attività industriale si sono aggiunte la ripresa del settore commerciale, grazie all’incremento dei consumi delle famiglie, e la positiva stagione turistica, premiata anche dal meteo.

L’edilizia non ha seguito la tendenza ed è rimasta in condizioni relativamente più fragili, con un ulteriore calo della produzione, anche se in misura attenuata rispetto all'anno precedente. A fronte di un rallentamento del commercio mondiale, i flussi commerciali complessivi in transito per i porti liguri si sono assestati sui livelli degli anni precedenti, ma le esportazioni dell’industria regionale sono leggermente cresciute, come il traffico di container. La spesa per investimenti industriali non ha ripetuto i buoni risultati del 2014.

Nel terziario, commercio e turismo hanno riportato risultati positivi. Gli acquisti di beni durevoli da parte delle famiglie sono cresciuti del 7,7 per cento, grazie ai veicoli (le immatricolazioni sono aumentate del 13,8 per cento) e agli elettrodomestici. Le presenze presso le strutture ricettive liguri si sono incrementate sia per i turisti italiani (5,4 per cento), sia per quelli stranieri (7,7 per cento). Il sistema portuale ligure ha registrato una sostanziale stabilità dei traffici complessivi, riuscendo comunque a incrementare la movimentazione di container (2,1 per cento). È proseguita la lunga fase di contrazione dei noli dovuta all’eccesso di offerta. 

Un dato da non sottovalutare riguarda il mercato del lavoro: l’occupazione, in particolare quella autonoma, si è innalzata; tra i lavoratori dipendenti sono aumentati i contratti a tempo indeterminato. Parlando di cifre, il numero di occupati è aumentato del 2,1 per cento, grazie ai lavoratori autonomi (8,0 per cento). Tra gli occupati alle dipendenze, rimasti sostanzialmente stabili, sono cresciuti i contratti a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione si è ridotto dal 10,8 al 9,2 per cento; il calo ha riguardato anche la componente più giovane (tra i 15 e i 24 anni; 34,5 per cento), allineatasi al livello medio del Nord Ovest e scesa al di sotto di quello nazionale. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni (CIG) sono calate del 21,6 per cento.

Insomma, se la situazione non può ancora essere definita "rosea", vi sono comunque margini di miglioramento in quasi tutti i campi.

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