Ceci in zimino: la ricetta della tradizione genovese
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Categoria
Primo -
Difficoltà
Facile -
Dosi
4 persone
Ingredienti
- 400 grammi di ceci
- 1 carota
- 1 sedano
- 1 cipolla
- 20 grammi di funghi secchi
- 2 mazzi di bietole
- olio extravergine di oliva
- concentrato di pomodoro
- 4 fette di pane o crostini
- sale
Procedimento
Se i ceci non sono pronti per l'utilizzo, occorre metterli a bagno fin dal giorno prima. Dopodiché, il giorno dopo, bisogna lessarli per almeno due ore e mezzo. In alternativa si possono utilizzare i ceci precotti, subito pronti per l'utilizzo.
Mettere a bagno i funghi, strizzarli e tritarli. Tritare poi cipolla, carota e sedano insieme e rosolarli nell'olio.
Aggiungere in padella funghi e concentrato di pomodoro (è sufficiente un cucchiaio) con poca acqua calda, e far cuocere il tutto per circa 10 minuti.
Pulire le bietole e tagliarle a listarelle, e aggiungerle - insieme ai ceci - al soffritto.
Cuocere per ancora mezz'ora circa. Salare.
Posizionare i crostini riscaldati sul fondo del piatto, e versarvi sopra la zuppa.
Photo credits: IG@simona.bottino67
La ricetta
La zuppa di ceci in zimino - o "ceixei in zemin" per chiamarla con il nome genovese - è un classico piatto della tradizione povera ligure.
Piatto vegetariano (e adatto anche ai vegani) una volta veniva consumato solitamente il venerdì, giorno in cui si mangiava di magro. Per pranzo i ceci in zimino venivano serviti come una vera e propria zuppa, densa, con tanto di crostini. A cena invece quel che rimaneva veniva "allungato" con acqua e - grazie all'aggiunta di riso o taglierini - diventava una vera e propria minestra.
La zuppa di ceci in zimino - o "ceixei in zemin" per chiamarla con il nome genovese - è un classico piatto della tradizione povera ligure.
Piatto vegetariano (e adatto anche ai vegani) una volta veniva consumato solitamente il venerdì, giorno in cui si mangiava di magro. Per pranzo i ceci in zimino venivano serviti come una vera e propria zuppa, densa, con tanto di crostini. A cena invece quel che rimaneva veniva "allungato" con acqua e - grazie all'aggiunta di riso o taglierini - diventava una vera e propria minestra.