Ricetta di Carnevale: le bugie
Un dolce tradizionale che non può mancare in tavola a febbraio
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Categoria
Dessert -
Difficoltà
Facile -
Tempo
30 minuti + tempo di riposo in frigorifero -
Dosi
4 persone
Ingredienti
- 240 grammi di farina
- 20 grammi di burro fuso
- 50 grammi di zucchero
- 2 uova
- 1/2 bicchiere di acquavite o di vino bianco
- sale
- olio
- zucchero a velo
Procedimento
Disponiamo la farina a "fontana", e al centro poniamo il burro fuso, le uova, un pizzico di sale, lo zucchero e l'acquavite (o il vino). Lavoriamo bene l'impasto fino a ottenere un composto omogeneo. quando sarà pronto lasciamolo riposare mezz'ora in frigorifero.
Quando saranno passati 30 minuti, stendiamo la pasta con un mattarello e ricaviamo larghe strisce. Da queste, con una rotella, tagliamo tante strisce più piccole e di forme diverse, dai triangoli ai quadrati.
Mettiamo ora sul fuoco una padella con abbondante olio, e quando sarà pronto immergiamoci - poco per volta - le bugie. Quando saranno dorate, potremo scolarle e posarle su un piatto coperto con un foglio di carta assorbente. Cospargiamo con zucchero a velo, e il gioco è fatto.
La ricetta
Non c'è Carnevale senza bugie (o chiacchiere): questa ricetta antica viene tramandata di generazione in generazione fin dai tempi dell'antica Roma, diventando una specialità senza tempo. Tanto che ogni regione ha le sue varianti: in Liguria questi dolci sono chiamati "bugie" oppure, in alcune zone, "crostoli". E poi, man mano che si gira l'Italia, ci si sbizzarrisce: cioffe, frappe, cenci, guanti, gasse, sfrappe, pizze fritte, e chi più ne ha più ne metta. Praticamente ogni regione ha il suo modo di chiamare questo alimento.
I segreti delle bugie? Sono buone e si preparano facilmente e in poco tempo, con ingredienti che tutti abbiamo in casa.
Non c'è Carnevale senza bugie (o chiacchiere): questa ricetta antica viene tramandata di generazione in generazione fin dai tempi dell'antica Roma, diventando una specialità senza tempo. Tanto che ogni regione ha le sue varianti: in Liguria questi dolci sono chiamati "bugie" oppure, in alcune zone, "crostoli". E poi, man mano che si gira l'Italia, ci si sbizzarrisce: cioffe, frappe, cenci, guanti, gasse, sfrappe, pizze fritte, e chi più ne ha più ne metta. Praticamente ogni regione ha il suo modo di chiamare questo alimento.
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