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Cronaca

Confiscati i beni del 'boss del centro storico'

Il provvedimento ha riguardato 11 unità immobiliari, di cui 6 appartamenti, due dei quali abitati da anni, rispettivamente dalla moglie e dalla figlia del defunto Salvatore Zappone

I carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria presso la procura della Repubblica di Genova, al termine di un'articolata indagine, denominata 'don Turiddu', oggi hanno dato esecuzione al decreto di sequestro e contestuale confisca dei beni, richiesto dalla locale Procura della Repubblica ed emesso il 30 ottobre 2017 dal tribunale di Genova, nei confronti di: A. I., nata a Oppido Mamertina (RC), residente a Genova; C. Z., nato a Travacò Siccomario (PV), di fatto domiciliato a Genova e R. Z., nata a Pavia, residente a Genova.

I tre sono stati colpiti dalla misura di prevenzione patrimoniale in qualità di eredi, nonché intestatari fittizi in vita di Salvatore Zappone, noto come 'don Turiddu' e 'boss del centro storico', nato a Taurianova (Rc) l'1 giugno 1927, già residente a Genova e qui deceduto l'1 marzo 2012, marito e padre dei medesimi, soggetto riconosciuto come socialmente pericoloso in vita, in quanto più volte denunciato e condannato per reati di sfruttamento della prostituzione, estorsione e rapina, commessi grazie alla gestione degli immobili a lui riconducibili e oggi confiscati.

Il provvedimento ha riguardato 11 unità immobiliari, di cui 6 appartamenti, due dei quali abitati da anni (il primo acquisto risale al 1964), rispettivamente dalla moglie e dalla figlia, e 5 tra magazzini, locali di deposito e negozi, cosiddetti 'bassi', tutti collocati nel centro storico di Genova, per un valore complessivo di circa 900mila euro.

Trattasi del primo caso a Genova, il secondo in Liguria, di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale agli eredi della persona socialmente pericolosa.

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