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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Via delle Fabbriche

Ceneri alla diossina rivendute all'estero: sigilli in un'azienda di Voltri

I carabinieri del Nucleo Ambientale hanno scoperto un vasto giro di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, coperti da un dirigente della Città Metropolitana

Nelle prime ore della mattinata i carabinieri del nucleo operativo ecologico di Genova hanno sequestrato tre forni fusori e l’impianto di abbattimento dei fumi della società genovese S. Erasmo Zinkal Srl, fonderia di fusione di metalli che produce pani di zinco che ha sede a Voltri, in via delle Fabbriche. 

L’accusa è quella di traffico internazionale di rifiuti pericolosi contenenti diossina, e nel mirino della procura è finito anche un dirigente della Città Metropolitana, che avrebbe mantenuto il silenzio sui traffici dell’azienda facilitando lo smaltimento di rifiuti pericolosi all’estero.

Stando a quanto ricostruito dai militari del Noe, coordinati dal comandante Andrea Pietracupa, l'azienda applicava ai rifiuti prodotti dai forni un codice europeo (obbligatorio) che non indicava la reale natura pericolosa delle ceneri. In questo modo le ceneri stesse potevano essere trattate come non pericolose, e dunque essere smaltite senza sostenere gli alti costi previsti dal regolamento, oppure addirittura recuperate con la vendita ad altre aziende che operano nel settore dello zinco.

Proprio questo avrebbe fatto la S. Erasmo Zinkal Srl nel periodo che va dal 2013 al 2017: invece di smaltire con procedura ad hoc le ceneri alla diossina, come obbliga il codice europeo sui rifiuti pericolosi, le avrebbero rivendute ad aziende di Germania, Polonia, Belgio, Austria, Paesi Bassi, Turchia, Stati Uniti, Giappone, senza incontrare alcun ostacolo dal settore Ambiente della Città Metropolitana e dal suo dirigente. Il tutto nonostante che Arpal, che si è occupata dei campionamenti, avesse comunicato gli esiti degli esami e la presenza di diossina.

Nel corso dell'operazione i carabinieri hanno sequestrato anche un milione e mezzo di euro a titolo preventivo, somma che per gli inquirenti corrisponderebbe ai guadagni provenienti dalla vendita illecita dei rifiuti. L'inchiesta è stata condotta con il supporto dei carabinieri del Gruppo Tutela Ambientale di Milano e del Comando Provinciale di Genova, che hanno dato esecuzione al provvedimento richiesto dal sostituto procuratore Michele Stagno e disposto dal gip Maria Teresa Rubini: a far partire le indagini, nel 2017, erano stati i controlli periodici effettuati da Arpal negli stabilimenti, che avevano portato alla luce irregolarità su cui il Noe si è poi concentrato.

Il dirigente della Città Metropolitana e i vertici dell’azienda devono adesso rispondere dell’accusa di traffico illecito di rifiuti pericolosi in concorso.

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