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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Muore a 21 anni dopo l'allenamento di Muai Thay, l'autopsia conferma il trauma cranico

Arturo Darling Villarroel, morto lo scorso lunedì mattina al Galliera dopo 4 giorni di coma, aveva ricevuto un colpo alla testa nei giorni precedenti. Ma restano ancora tanti interrogativi

Arturo Darling Villarroel aveva subìto un trauma cranico nei giorni immediatamente precedenti alla morte: la conferma arriva dal primo esame che il medico legale ha effettuato sul corpo del 21enne residente a Pra’, morto lo scorso lunedì mattina all’ospedale Galliera dopo quattro giorni in cui non ha mai ripreso conoscenza.

I segni del trauma cranico sono stati rilevati nel corso dell’autopsia disposta dalla procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio: ancora non è chiaro che cosa abbia causato la morte del 21enne, se un colpo ricevuto durante un allenamento di Muai Thay, la box thailandese che praticava in una palestra del ponente ligure, o se davvero nei giorni precedenti alla morte era stato aggredito e picchiato da tre ragazzi, come avrebbe confidato agli amici. Proprio gli amici avrebbero deciso di parlare del pestaggio sfruttando Facebook, dichiarazioni oggi al vaglio dei poliziotti della Squadra Mobile del dirigente Marco Calì.

La ricostruzione dei fatti

Di certo, al momento, c’è solo che Arturo era arrivato al pronto soccorso dell’ospedale San Carlo di Voltri l’11 novembre con una forte nausea e un dolore alla mandibola. Ai medici aveva spiegato di essersi fatto male durante un allenamento di Muay Thai, ma le radiografie non avevano evidenziato lesioni tali da rendere necessaria (secondo il personale dell’ospedale) una tac. Il giovane era dunque stato dimesso, ma meno di una settimana dopo si era nuovamente sentito male, questa volta perdendo conoscenza: a trovarlo la madre, che aveva subito chiamato l’ambulanza e lo aveva accompagnato al San Carlo. Da lì Arturo è stato trasferito d’urgenza al Galliera, dove è morto dopo due giorni di agonia.

La famiglia adesso chiede giustizia, ed è decisa a scoprire che cosa sia andato storto. Vuole capire, sopratutto, se ci sia stata qualche negligenza da parte del personale del San Carlo, e se la morte di Arturo avrebbe potuto essere evitata approfondendo gli esami. Al momento gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Walter Cotugno, non escludono alcuna pista: a causare la morte del 21enne potrebbe essere stato il colpo ricevuto in allenamento, il fantomatico pestaggio di cui il giovane avrebbe parlato con gli amici senza però rivelare troppi dettagli, oppure una patologia pregressa, che potrebbe rivelarsi anche una leucemia fulminante.

Gli agenti della Squadra Mobile hanno già requisito tutte le cartelle cliniche, sia quelle del San Carlo sia quelle del Galliera, e le hanno consegnate al medico legale, che nei prossimi giorni cercherà di capire cosa sia davvero successo ad Arturo.

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