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Cronaca

Villa Croce chiusa "per protesta": «Così non possiamo farcela»

Elena Piazza, una delle tre giovani imprenditrici che nel 2016 hanno vinto il bando per la gestione del Museo di arte contemporanea, spiega cosa ha portato alla chiusura

«Non abbiamo certo gettato la spugna, ma c’era bisogno di un gesto forte per far comprendere qual è la situazione». A parlare è Elena Piazza, una delle tre socie fondatrici della Open Art srl, e il gesto cui fa riferimento è la decisione, insieme con le colleghe Paola Inconis e Alessia Morglia, di chiudere il Museo di arte contemporanea di Villa Croce, che gestiscono dal 2016.

Una chiusura annunciata

Le porte si sono aperte per l’ultima volta domenica: giovedì, giorno in cui il museo avrebbe dovuto riaprire regolarmente, sono rimaste chiuse. Una scelta sofferta, che le tre giovani imprenditrici dietro la nuova gestione hanno maturato negli ultimi mesi: «Si tratta di una questione di responsabilità - spiega ancora Piazza a Genova Today - Siamo state chiamate a svolgere un ruolo manageriale per la gestione del Museo, abbiamo vinto un bando con un piano di gestione che prevedeva attività e progetti sino al 2020. Ma se la governance non funziona, se un museo pubblico viene aperto a vuoto, io ho la responsabilità di segnalare il problema, perché è un bene pubblico e io sono un privato che ne subisce l’effetto economico».

In estrema sintesi, un progetto che sulla carta aveva convinto proprio per la volontà di uscire dai canoni - affidare la gestione di un museo a una società che, in collaborazione con Comune, Regione e soggetti privati, lo promuovesse attraverso mostre ed eventi collaterali - alla fine non è riuscito nell’intento di conquistare il pubblico. Troppo pochi i visitatori, troppe difficoltà ad allestire nuove mostre oltre alla permanente, come conferma Piazza: «Il Museo non avrebbe avuto comunque nulla da esporre a partire dal 28 gennaio, data in cui avrebbe chiuso l’ultima mostra. La prossima è programmata per fine febbraio, e la collezione permanente, allestita in mansarda, adesso è in prestito al Museo d’Arte di Nuoro».

Il problema principale, spiegano da Open You Art, è che i visitatori non sembrano avere il desiderio di tornare a Villa Croce: «Da quando ci siamo insediate non abbiamo fatto altro che aprire quel Museo al pubblico, ai professionisti della cultura della città e non solo, e quando sono stati organizzati eventi e attività con i nostri partner si è riempito, la città ha risposto. Ma se poi le persone non tornano per le mostre - sottolinea Piazza -  allora qualcosa non sta andando bene».

Le segnalazioni al Comune sono iniziate ad arrivare già a marzo 2017, confermano le giovani donne alla guida dell’Open You Art, così come proposte e idee per il rilancio del Museo. Nulla però è stato fatto, proseguono, e mentre i Musei di Strada Nuova e il Ducale macinano numeri da record, Villa Croce resta relegata nella sua posizione sopraelevata aspettando visitatori che non arrivano: «Salvaguardare il progetto di gestione e questo esperimento è per noi la priorità - conclude Piazza - Per questo non intendiamo mollare, ma probabilmente la Open doveva fare un gesto forte perché si parlasse ad alta voce di Villa Croce».

Al momento, dunque, il Museo resta chiuso in attesa di stabilire una nuova strategia. Piazza, Inconis e Morglia hanno già chiesto un incontro con il nuovo dirigente del settore Cultura del Comune: «Vogliamo sederci a un tavolo con gli altri soggetti di questa folle governance, e trovare una soluzione per rilanciare il Museo, questa volta per davvero». 

Il Comune, intanto, sta ricontrollando i passaggi che hanno portato alla nomina di Carlo Antonelli, ex direttore di Rolling Stones, come curatore. Antonelli era stato nominato lo scorso 4 luglio dopo avere partecipato a un bando firmato a maggio dalla direzione di Palazzo Ducale (uno dei partner della nuova gestione), ma l’esito del concorso aveva scatenato le proteste degli altri candidati, che hanno già minacciato ricorso.

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