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Cronaca Balbi - Zona Universitaria / Via Balbi

"Fuori Israele dall'Università", protesta degli studenti

I ragazzi chiedono che il Senato accademico valuti d'interrompere il bando del Maeci (Ministero degli Affari Esteri e della Collaborazione Internazionale) per progetti congiunti di ricerca sulla base dell'accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele

Si è concluso con il rettore accompagnato in Senato accademico dalla Digos, tra gli insulti dei giovani ('vergogna', 'assassino') e qualche lancio di volantino, il breve faccia a faccia tra Federico Delfino e gli studenti universitari genovesi.

La protesta degli studenti si è poi spostata davanti all'aula Mazzini, al terzo piano di via Balbi 5, sede dell'ateneo, dove è in corso la seduta di Senato accademico. Fuori dalla porta, i giovani urlano al megafono le proprie ragioni per chiedere all'ateneo di rescindere ogni accordo di collaborazione con Israele, attraverso Leonardo e il ministero degli Esteri. "Fuori Israele e fuori Leonardo dall'Università", è lo slogan urlato ad alta voce.

Il rettore Delfino aveva già ribadito che il tema non è all'ordine del giorno e che gli accordi vanno rispettati e mantenuti. Per questo è il principale obiettivo delle proteste degli studenti: "Delfino incravattato servo dello Stato", recita una scritta davanti allo scalone principale; "Non saremo menti per la vostra guerra. Rompere gli accordi tra Unige, l'industria bellica e Israele", si legge su diversi striscioni.

Gli studenti hanno consegnato un documento a tutti i docenti, che sono entrati in aula Mazzini per il Senato accademico, provando a convincerli a sostenere la loro causa.

La parola agli studenti

"Questa mattina - spiega Leonardo di Cambiare Rotta - siamo in via Balbi 5 per contestare il bando del Maeci (Ministero degli Affari Esteri e della Collaborazione Internazionale) per progetti congiunti di ricerca sulla base dell'accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele, che è di quanto più inopportuno l’Accademia italiana possa portare avanti nella situazione in cui il mondo versa attualmente".

"Questa collaborazione - prosegue - legittima ancora una volta uno stato che è tutto fuorché legittimo, dando manforte al genocidio che Israele sta portando avanti da 75 anni in Palestina e che è degenerato ulteriormente negli ultimi mesi. I progetti di collaborazione in questione hanno tutti la possibilità di essere sfruttati come dual-use, ovvero sia con scopo civile che militare: le tecnologie idriche ad esempio verranno sfruttate anche per rubare l'acqua dai pozzi palestinesi (cosa che già avviene per altro) mentre quelle dell'ottica di precisione per spionaggio e droni militari".

"I risvolti brutali di queste collaborazioni - continua lo studente - sono evidenti anche agli occhi dei docenti che non sottostanno al dictat del sistema università-azienda, tanto che in duemila hanno firmato una lettera aperta per boicottare questi progetti. Quattordici di questi sono professori in UniGe. Gli studenti, poi, si mobilitano senza sosta dallo scorso ottobre in Università per vedersi solo criminalizzare dal rettorato che li tratta come fastidiosi insetti piuttosto che ascoltare le volontà di chi rende l'Università tale".

"Le richieste degli studenti e dei professori - insiste - non interessano minimamente al rettore Delfino, che, con le sue posizioni reazionarie, continua a spingere dalla parte opposta, dichiarando che gli accordi vanno assolutamente mantenuti e prestandosi al servizio della Leonardo, dimostrando ancora una volta che le aziende belliche la fanno da padrone all'interno di un luogo in cui la guerra non dovrebbe entrare mai".

"Mentre Delfino finora si è rifiutato di interfacciarsi con il dissenso - prosegue lo studente - che la sua politica universitaria sta suscitando, attuando una censura che nasconde pacificamente dietro a delle vuote accuse di violenza, a Bari il rettore si è dimesso dalla MedOr (Leonardo) e a Torino gli studenti sono potuti intervenire nel senato, ottenendo la vittoria del non-rinnovo degli accordi del bando Maeci".

"Forti dell'esempio degli studenti nelle altre città e dei risultati ottenuti - conclude -, esigiamo lo stesso tipo di risposta da questo Senato Accademico a Unige. Esigiamo che la questione venga inserita nell'ordine del giorno, che venga discussa e che le richieste di studenti e docenti vengano messe in pratica, affinché la nostra università possa finalmente smettere di essere complice del genocidio, interrompendo il bando 2024 dell'Accordo di Cooperazione Industriale, Scientifica e Tecnologica tra Italia e Israele".

La Regione: "Solidarietà al rettore"

"A nome della Giunta e di tutta la Regione desidero esprimere la mia solidarietà al rettore dell'Università di Genova, Federico Delfino, che è stato fatto oggetto di insulti e attacchi inqualificabili nel corso della protesta di questa mattina in via Balbi. Si tratta di parole inqualificabili e inaccettabili, cariche di violenza: la protesta non deve mai degenerare negli insulti e nelle aggressioni verbali".

Così il presidente della Regione, Giovanni Toti, che aggiunge: "mantenere le relazioni culturali con Israele costituisce uno strumento fondamentale per traguardare la pace, che dev'essere l'obiettivo comune da perseguire".

Paita (Iv): "Solidarietà al rettore dell'Università di Genova Delfino"

"Solidarietà al rettore dell'Università di Genova Federico Delfino per gli insulti subiti. Le pesanti contestazioni al Senato accademico non sono tollerabili". Lo afferma la senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, coordinatrice nazionale del partito.

"Ancora una volta gli scalmanati avanzano pretese contrarie allo spirito dell'università e della ricerca, cioè di interrompere gli accordi di collaborazione con Israele. Da sempre, invece, gli scambi culturali sono strumenti di pace. Un atteggiamento - spiega Paita - che rivela quell'antisemitismo strisciante che si sta pericolosamente insinuando nei nostri atenei".

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