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Cronaca

L'Università di Genova esclusa dalla lista eccellenze: l'ira di Comanducci

Il rettore dell'ateneo genovese firma una lettera aperta indirizzata alla ministra Fedeli per protestare contro l'esclusione dall'elenco e il possibile naufragio del progetto di Impresa 4.0

Stupore e amarezza: queste le principali reazioni che il rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci, ha avuto nello scoprire che l’ateneo non è stato inserito nell’elenco delle 65 università eccellenti pubblicato sul sito del ministero allo Sviluppo economico, e che non potrà dunque presentare la proposta di progetto per la costituzione di un centro di ricerca e sviluppo nell'ambito del piano Industria 4.0 cui sta lavorando ormai da tempo.

A parlarne è lo stesso Comanducci in una lettera aperta indirizzata alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e condivisa anche sui social network: «Non voglio entrare nel merito degli aspetti formali che hanno condotto il Ministero dello Sviluppo Economico a questa esclusione - ha scritto il rettore - Vorrei, invece, entrare nel merito dell'aspetto più sostanziale che questa esclusione comporta. Privando l'Università di Genova del diritto di sottomettere una proposta di progetto per un centro di competenza si impedisce all'unico ateneo della regione, a un'università generalista che rappresenta il principale punto di riferimento in formazione, ricerca, trasferimento tecnologico e sviluppo culturale per più di un milione di cittadini, di contribuire, con la serietà e le competenze che contraddistinguono i nostri ricercatori, allo sviluppo del Paese in una sfida decisiva per il futuro, in particolare, delle giovani generazioni». 

Comanducci ha proseguito ripercorrendo le tappe del progetto: l’idea era quella di creare anche in Liguria un “competence center”,  uno dei Centri di Competenza ad alta specializzazione al centro del piano Industria 4.0 e Impresa 4.0 che mescola al suo interno pubblico e privato, incentrato sulla sicurezza informatica e idrogeologica sulla protezione delle infrastrutture strategiche. L’Università aveva iniziato a lavorarci nel 2016, coinvolgendo aziende come Leonardo, Fincantieri, Rina e Ansaldo Energia: porto e infrastrutture energetiche e ospedaliere sarebbero stati i campi privilegiati di applicazione, per trasformare Genova nel “primo Impianto Faro per Industria 4.0”.

Mesi di lavoro ed entusiasmo frenati dalla doccia fredda legata all’esclusione dalla lista delle università eccellenti. Che il rettore Comanducci non ha intenzione di accettare senza dare battaglia: «Questa mia lettera è non solo e non tanto lo sfogo sterile di un rettore ferito da una palese ingiustizia commessa verso il proprio Ateneo - prosegue lo scritto - quanto, soprattutto, la rivendicazione orgogliosa del ruolo fondamentale che l'Università di Genova ricopre e intende continuare a ricoprire per la propria comunità di cittadini, di imprenditori, di lavoratori. Noi intendiamo proseguire nel nostro impegno di ricerca e formazione nell'ambito della protezione delle infrastrutture strategiche e, più in generale, di Industria 4.0; rafforzeremo tale impegno, lo valorizzeremo cercando finanziamenti e collaborazioni, diventeremo comunque un punto di riferimento nazionale ed europeo su questi temi. Il rammarico per il fatto che le potenzialità di questo impegno e di queste competenze siano state mortificate da un uso distorto di una valutazione parziale e incoerente della qualità della ricerca del nostro Ateneo, tuttavia, rimane».

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