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Cronaca San Fruttuoso / Corso Monte Grappa

Truffe seriali, arrestati finto medico e finto imprenditore

La Squadra Mobile della questura di Genova ha bloccato due sessantenni specializzati in raggiri ai danni di anziani: 30 i colpi messi a segno con la tecnica della finta donazione

Scaltri, esperti, ma soprattutto “empatici”: gli agenti della Squadra Mobile della questura di Genova hanno arrestato nella giornata di venerdì due truffatori seriali sessantenni che si erano ormai specializzati in raggiri ai danni di pensionati, di cui riuscivano a conquistare la fiducia grazie proprio all’età e al modo di relazionarsi con loro.

Carmelo Barbieri e Vincenzo Santacaterina, entrambi 61enni e originari della provincia di Messina, avevano infatti messo a punto una tecnica con cui, stando alle stime della squadra coordinata dal nuovo dirigente Marco Calì, sarebbero riusciti a mettere a punto almeno 30 truffe da dicembre a oggi. Il modus operandi era sempre lo stesso: dopo avere individuato, solitamente in strada, la vittima, uno dei due si avvicinava presentandosi come un imprenditore svizzero e chiedeva informazioni su uno studio notarile in cui poter effettuare una donazione in favore di persone in difficoltà, in un caso a una donna che aveva perso il marito e il figlio, in un altro a un uomo rimasto senza lavoro. A poca distanza il complice seguiva la scena, ed entrava in azione fingendo di avere ascoltato la conversazione casualmente, si presentava come medico, e chiedeva di poter partecipare a sua volta alla donazione.

Il passo successivo, una volta conquistata la fiducia della vittima grazie alle presunte professioni e all’età, i due truffatori le chiedevano di fare da garante per la donazione, presentando contanti o gioielli per dimostrare al notaio la bontà dell’offerta. L’anziano veniva dunque fatto salire in macchina e accompagnato a un bancomat per prelevare il denaro, oppure a casa per raccogliere gli oggetti di valore. Un momento di distrazione, altre chiacchiere, e i due fuggivano con il bottino facendo perdere le proprie tracce.

Gli investigatori sono riusciti a bloccarli proprio al termine dell’ennesima truffa, messa a segno nella giornata di venerdì ai danni di una donna di 84 anni residente in corso Monte Grappa, che aveva accettato di farli entrare nel suo appartamento. All’uscita, però, i due hanno trovato ad attenderli i poliziotti, che li seguivano ormai da giorni aspettando il momento più opportuno per coglierli sul fatto. In mano uno dei due reggeva una borsa contenente circa 300 euro in contanti, gioielli in oro e orologi appena sottratti alla pensionata. Nel corso della perquisizione domiciliare nell’appartamento in provincia di Savona che i truffatori usavano come base, gli agenti hanno trovato altri oggetti preziosi appartenenti a un pensionato raggirato a Nervi lo scorso lunedì.

Ma i colpi, come detto, sarebbero molto di più: Barbieri e Santacaterina colpivano in tutta la Liguria, battendo l’estremo levante e l’estremo ponente per depistare le indagini, e spingendosi occasionalmente anche in basso Piemonte, e avrebbero continuato a farlo se gli agenti della Mobile, coordinati dal pm savonese Alberto Landolfi, non li avessero intercettati appena compiuta l’ennesima truffa, arrestati e accompagnati in carcere.

«Purtroppo il loro modus operandi, e il modo in cui avvicinavano le vittime, fingendosi professionisti e facendo leva sulla “rispettabilità”, ha consentito ai due truffatori di mietere molte vittime», spiega il nuovo dirigente della Mobile, Marco Calì, lanciando poi un appello: «E’ molto importante ricordare a tutti, soprattutto ai più anziani, di non aprire mai la porta agli sconosciuti, e di non cadere nel tranello delle richieste soldi per prestare aiuto. Le persone che fermano per strada chiedendo soldi molto raramente sono realmente in difficoltà, non sono quelli i contesti in cui prestare aiuto. Ed è molto importante anche esercitare maggiore controllo sociale: se nel palazzo risiede una persona anziana che vive sola, e la si vede entrare in casa con uno sconosciuto, sono sufficienti due parole per chiarire se si tratta di un malintenzionato. Soprattutto, chiamateci sempre, senza timore di farci perdere tempo: a volte segnalare un’auto o una persona sospetta diventa fondamentale per prevenire o risolvere crimini».

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