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Cronaca Castelletto / Piazza Goffredo Villa

Ordigni esplosivi alle Poste, sei anarchici arrestati a Torino

I giovani indagati sarebbero responsabili di ben 21 attentati con finalità eversive consumati in numerose città italiane, fra cui Genova

Sei anarchici insurrezionalisti sono stati arrestati dalla polizia di Torino nelle prime ore del mattinata. Si tratta di leader storici del centro sociale Asilo di via Alessandria: sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione sovversiva, istigazione a delinquere e detenzione, fabbricazione e porto, in luogo pubblico, di ordigni esplosivi.

Il gruppo sarebbe responsabile anche degli ordigni esplosivi, rinvenuti nei mesi scorsi in uffici postali di Genova. Il motivo del loro rancore nei confronti dell'azienda è spiegato di seguito.

Gli indagati (Giada Volpacchio classe 1988; Lorenzo Salvato, classe 1988; Silvia Ruggeri, classe 1987; Antonio Rizzo, classe 1985; Giuseppe De Salvatore, classe 1984 e Niccolò Blasi, classe 1989) sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei giorni scorsi dal gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica, Gruppo Antiterrorismo. Tutti sono, a vario titolo, accusati di aver promosso, costituito, organizzato e partecipato a un'associazione sovversiva diretta e idonea a influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzione dei Cie/Cpr e con sistematici atti di violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle sopra indicate strutture di accoglienza. Una settima persona, componente del sodalizio è ricercata.

Sono stati accertati ben 21 attentati con finalità eversive consumati in numerose città italiane: a due degli indagati è stata attribuita anche la responsabilità diretta, in concorso con altre persone al momento non identificate, del collocamento, in due distinti episodi, di ordigni esplosivi davanti ad apparecchiature Atm di altrettanti uffici postali di Torino (30 aprile e 9 giugno 2016).

Le indagini, condotte a partire dal 2018 dalla Digos di Torino e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, anche con il supporto del “Servizio per il Contrasto dell'Estremismo e del Terrorismo Interno” della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, hanno consentito di dimostrare la sussistenza di un'associazione stabile, duratura nel tempo, con ripartizione di compiti, munita di basi logistiche e mezzi che ha portato a termine numerose azioni violente in danno di diversi Centri per l'Immigrazione e il Rimpatrio Cpr (in particolar modo quello di corso Brunelleschi a Torino) nonché di diverse società di servizi ad essi collegate. Le investigazioni hanno anche evidenziato come l'obiettivo eversivo consistesse nell'adottata e realizzata scelta di contrastare la politica dello Stato in “materia di immigrazione” attraverso l'annullamento o il maggior depotenziamento possibile della capacità ricettiva dei Cpr.

Quanto a Torino, in particolare, è stata contestata agli arrestati la responsabilità per episodi culminati in assalti dall'esterno, con l'utilizzo di bombe carta e fuochi artificiali al locale Centro per Rimpatri. In occasione di tali violente azioni gli indagati avevano concordato con gli stranieri ospitati nel Cpr la consumazione di gravi danneggiamenti e incendi allo scopo di rendere inservibili la maggior parte dei moduli abitativi ivi presenti; in tale contesto, peraltro, è stato accertato l'utilizzo a opera dei rivoltosi di inneschi forniti dagli stessi indagati.

Gli attentati con finalità eversive sono stati consumati mediante l'invio di 21 plichi e ordigni esplosivi: 15 plichi esplosivi sono stati confezionati secondo una medesima metodologia e spediti a ditte di Torino, Bologna, Milano, Roma (Ambasciata di Francia), Bari, Ravenna tramite il servizio postale ordinario; altri ordigni esplosivi, sei in totale, confezionati con le stesse metodologie, hanno interessato gli uffici di Poste Italiane di Torino, Bologna e Genova.

Poste Italiane è stata individuata come obiettivo dagli associati in virtù del fatto che è proprietaria della società di aeronavigazione Mistralair che dal 2011 è assegnataria dell'appalto ministeriale per il trasporto degli extracomunitari da rimpatriare. I manufatti erano idonei a provocare danni e lesioni ai titolari/dipendenti delle società e ditte destinatarie dei plichi e ordigni, con l'intento, da un lato, di intimorire le vittime e, dall'altro, di arrecare danno allo Stato in relazione alla turbativa dell'ordine democratico e costituzionale.

L'operazione, (in esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo emesso dal gip di Torino) è stata completata dallo sgombero del centro sociale Asilo, che costituiva da anni una delle basi operative degli arrestati. L'occupazione dell'edificio comunale e la sua trasformazione in centro sociale a opera di componenti anarco insurrezionaliste torinesi risale al 30 gennaio 1995. Da oltre 24 anni, al suo interno gli occupanti erano soliti ritrovarsi per programmare diverse iniziative che, nel corso tempo, gli avevano fatto assumere il ruolo di vera e propria base logistica e operativa dell'associazione sovversiva investigata.

Peraltro, proprio dai luoghi sgomberati, in occasione di diverse manifestazioni estemporanee, molte delle quali di carattere violento (contro il Cpr, gli sfratti, le strutture carcerarie, la Tav, i simboli della “repressione” e le Forze di polizia), gli anarchici erano soliti muoversi alla volta del centro cittadino ovvero dello stesso quartiere Aurora attuando manifestazioni non preavvisate con conseguenti gravissime criticità per l'ordine pubblico cittadino. L'operazione coordinata dal Questore di Torino ha richiesto l'impiego di circa 300 uomini.

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