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Cronaca

Terrorismo, in 9 nel mirino della Digos: «Forte radicamento sul territorio genovese»

All'indomani dai terribili attentati di Bruxelles spuntano nuovi, inquietanti dettagli sull'inchiesta aperta nel capoluogo ligure: controlli anche su 2 esponenti di spicco di altrettante moschee del ponente

All’indomani dai terribili attentati che hanno squarciato Bruxelles, nuovi inquietanti dettagli trapelano dall’inchiesta aperta nel capoluogo ligure dalla Digos e dal team Antiterrorismo: nel mirino della Procura sono finite 9 persone, tutte di nazionalità nordafricana, iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo.

A insospettire i magistrati Federico Manotti e Silvio Franz, i frequenti viaggi all’estero, principalmente in Nord Africa e a Parigi, apparentemente non giustificati da motivi lavorativi o di famiglia: il timore degli inquirenti è che i nove indagati - numero che comprende anche i 3 cittadini libici fermati in porto lo scorso gennaio per riciclaggio di auto, poi scarcerati e da allora letteralmente scomparsi - facciano parte di una rete organizzata e molto ben radicata sul territorio, complice i ruoli di spicco di due degli indagati in altrettanto moschee del ponente genovese.

L’indagine è stata portata avanti negli ultimi mesi a colpi di intercettazioni telefoniche e sul Web: le persone coinvolte sarebbero tutte nate negli anni ’80, e secondo l’intelligence non sarebbero mai state in Siria a combattere. La preoccupazione, pur in assenza di dati concreti, riguarda la massiccia opera di proselitismo e la continua diffusione di messaggi pro Isis, non soltanto online, ma anche in luoghi di incontro e di culto, e la conseguente possibilità di entrare in contatto con menti giovani e facili da influenzare. L'attenzione rimane intanto alta nel capoluogo ligure, ritenuto un crocevia da tenere costantemente sotto controllo.

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