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Cronaca

Telecamere in spiaggia, record in Liguria. Codacons presenta esposto

La Liguria è la regione italiana in cui la percentuale di impianti di sorveglianza è più alta: uno stabilimento su 4 è dotato di occhi elettronici. Ma per i bagnanti è una violazione della sfera privata?

L’occhio lungo del “Grande Fratello” si spinge sino in spiaggia. Soprattutto in estate, soprattutto in Liguria, dove stando a una stima del Codacons uno stabilimento balneare su 4 è dotato di videocamere di sorveglianza, installate principalmente per prevenire episodi di vandalismo, microcriminalità e maleducazione. 

Se da un lato i sistemi di video sorveglianza sembrano indispensabili per i titolari delle attività, visti i sempre più numerosi episodi riportati anche dalla cronaca, dall’altro sollevano però dubbi su eventuali violazioni della privacy di chi in spiaggia va per prendere il sole e fare il bagno. Come sottolinea anche il Codacons, che ha annunciato l’intenzione di depositare un esposto al Garante sulla diffusone incontrollata delle videocamere sulle spiagge. 

Stando alle stime, infatti, a oggi uno stabilimento privato su 6, in Italia, ha installato le telecamere, per un totale di circa 2.500 occhi elettronici puntati sui litorali. Gran parte dei quali sono in Liguria: 1 lido su 4 avrebbe impianti di video sorveglianza che controllano non soltanto la struttura, ma anche la spiaggia , in alcuni casi inviando informazioni in tempo reale sull’affollamento e le condizioni meteo grazie alle webcam. Assolvendo allo stesso tempo - è bene sottolinearlo - il loro compito primario, e cioè immortalare chi infastidisce gli altri bagnanti, vandalizza cabine, ombrelloni e lettini e, peggio ancora, chi approfitta della calca per mettere a segno furti tra zaini e borse lasciate incustodite.

«Si tratta di un fenomeno esploso negli ultimi due anni anche a causa degli episodi di terrorismo registrati all’estero, tuttavia la diffusione di telecamere in spiaggia apre la questione della violazione della privacy dei bagnanti», osserva il Codacons, che sottolinea come le telecamere, oltre a episodi di vandalismo e maleducazione (e in certi casi veri e propri crimini), spesso riprendano persone ignare di essere sotto l’occhio del titolare dello stabilimento e intente a trascorrere qualche ora di relax sulla spiaggia.

«Capiamo le esigenze di sicurezza e di tutela del territorio, ma i diritti personali dei singoli cittadini non possono mai essere messi in secondo piano - fa sapere il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - Per questo presentiamo un esposto al Garante per la Privacy, affinché verifichi il rigoroso rispetto delle normative in materia, quale uso viene fatto delle telecamere installate sulle spiagge, chi ha accesso alle immagini, per quanto tempo e per quali fini, e se i bagnanti al momento di accedere agli stabilimenti vengono adeguatamente informati circa la possibilità di essere ripresi da occhi elettronici». 

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