Rifiuti, in Liguria la Tari costa in media 333 euro l'anno. A Genova differenziata al 34%
Nel 2019 la spesa per la gestione dei rifiuti nella nostra regione è di una trentina di euro superiore alla media nazionale. Il capoluogo ligure maglia nera per la differenziata
Una trentina di euro in più rispetto alla media nazionale: tanto costa la Tari, la tassa sui rifiuti, alle famiglie liguri, che nel 2019 hanno sborsato circa 333 euro per la gestione dei rifiuti, il 3,2% in più rispetto al 2018. Il dato è stato reso noto dal sito Cittadinanza Attiva, che ha diffuso lo studio nazionale nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico per l'adesione ad Agenda 2030.
A Genova, in particolare, nel 2018 le famiglie hanno pagato in media 379 euro, nel 2019 un euro di più, 380. Il capoluogo più “economico” invece è La Spezia, dove nel 2018 i residenti hanno pagato 275 euro, scesi a 251 nel 2019. Male la raccolta differenziata: a Genova si ferma al 34,2%, alla Spezia cittadini più virtuosi con il 62,7%. Per quanto riguarda poi la produzione di rifiuti, nel 2017, prendendo in considerazione il dato procapite, le famiglie hanno prodotto 488,1 kg di rifiuti l’anno, il dato più basso di tutti i capoluoghi di regione. La media regionale è di 533,1 kg di rifiuti l’anno, pari al 48,8%.
A livello nazionale, la regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa la Campania con 421. Catania il capoluogo di provincia più costoso (504 euro e un aumento del 15,9% rispetto al 2018), Potenza il più economico (121 euro e un decremento del 13,7% rispetto al 2018). Analizzando le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34.
A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud, più costoso (351 euro). Lo studio ha preso in considerazione anche il grado di soddisfazione delle famiglie, ed è risultato che più di due su tre (il 68%) ritengono di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti, la percentuale sale all'83,4% in Sicilia, segue l'Umbria con l'80,2%, la Puglia con il 79,1% e la Campania con il 78,4%.
Solo il 60% delle amministrazioni comunali o delle aziende che gestiscono il servizio ha elaborato e reso disponibile la Carta dei servizi, e solo due su tre indicano il tipo di raccolta effettuata, la metà la frequenza con cui è effettuata. E al cittadino è ancor meno dato a sapere con che frequenza vengono igenizzati i cassonetti (lo indica appena il 47% delle Carte), pulite le strade (37%) o svuotati i cestini per strada (25%).