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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro / Piazza Giacomo Matteotti

Studenti in piazza, partecipazione oltre le attese

«Quello che si era immaginato come un incontro tra pochi intimi si è trasformato in un evento dalla portata storica». Così il Collettivo Voce al Deledda commenta con soddisfazione il successo della manifestazione

Anche a Genova è andata in scena questa mattina la protesta degli studenti contro 'questa alternanza scuola-lavoro', come loro stessi hanno precisato da piazza Matteotti, dove si è svolta la manifestazione. «Non ci aspettavamo questa partecipazione - racconta una ragazza del Deledda - per questo ne abbiamo approfittato per improvvisare un corteo, anche se breve, che ha percorso via San Lorenzo fino a Palazzo San Giorgio».

Il Collettivo Voce al Deledda conferma il successo della protesta, indetta a livello nazionale. «Quello che si era immaginato come un incontro tra pochi intimi si è trasformato in un evento dalla portata storica. Un migliaio di studenti in piazza per protestare non si vedevano a Genova da anni. Quindi grazie mille di cuore a tutti. Proprio per questo è importante che non si tratti di un caso isolato. Oggi è il primo passo per un percorso di formazione di un'alternanza diversa più vicina alle nostre esigenze, corretta ed etica. Venerdì prossimo alle 17 al Deledda la discussione continua, iniziamo veramente a dimostrare che ci ribelliamo e poi costruiamo e aggiustiamo quello che loro hanno distrutto».

La legge del 2015 nota come 'La buona scuola' ha introdotto l'alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell'ultimo triennio delle scuole superiori, anche nei licei. Il monte ore obbligatorio è di 400 ore negli istituti tecnici e professionali e 200 ore nei licei e possono essere svolte anche durante la sospensione delle attività didattiche e/o all'estero.

Ai singoli presidi è demandato il compito di stipulare convenzioni con aziende, presso le quali poi gli studenti possono accumulare le ore di lavoro necessarie. Già durante la discussione della legge in Parlamento, l'Unione degli studenti ha proposto che la scelta delle aziende venisse condivisa con gli studenti, ma questa richiesta non è stata accolta.

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