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Cronaca Multedo / Via Ronchi

Multedo: edificio abbandonato si trasforma in Spazio Liberato Utopia

Il Collettivo Rotta 334 intende restituire questi spazi al quartiere. Dopo una prima assemblea, sabato 6 dicembre incontro sul tema del dissesto idrogeologico. Le finalità dell'iniziativa sono elencate in un post apparso su facebook

È nato lo Spazio Liberato Utopia, nello stabile in via Ronchi a Multedo, edificio abbandonato anni fa da Eni e a oggi di proprietà del Comune, il quale non ha attuato nessun piano di riqualificazione per l'area in questione.

Il Collettivo Rotta 334 intende restituire questi spazi al quartiere. Dopo una prima assemblea, sabato 6 dicembre incontro sul tema del dissesto idrogeologico. Le finalità dell'iniziativa sono elencate in questo post, apparso sulla pagina facebook dello Spazio Liberato Utopia.

Da tempo si sente parlare dei problemi legati all'abbandono degli edifici inutilizzati e al conseguente stato di degrado che inevitabilmente si genera attorno ad essi.

Giovani, associazioni, collettivi e comitati lamentano da anni la mancanza di un piano di riqualificazione dei quartieri periferici, ormai abbandonati alla condizione di quartieri dormitorio, privi di spazi di aggregazione e convivendo la ingombrante presenza enormi capannoni abbandonati simbolo della crisi e del fallimento di questo sistema economico.

Queste denunce però vengono sistematicamente ignorate dalle istituzioni e dal comune che agisce unicamente mosso da interessi economici, costruendo parcheggi o edifici ad uso commerciale, non pensando alle esigenze reali di chi abita i quartieri e devastando quotidianamente i loro spazi vitali con la cementificazione.

Siamo stufi che ci vengano offerti come unici luoghi di ritrovo bar e sale slot. Siamo stufi di dover chiedere il permesso per vivere e agire liberamente nelle nostre strade, nelle nostre piazze e nei nostri parchi.

Vogliamo un luogo dove condividere idee e progetti, basato sulle relazioni e sul senso di comunità e collettività, dove valorizzare la diversità culturale e il libero pensiero.

Crediamo nell'Autogestione e nell'Autoproduzione e non abbiamo bisogno di finanziamenti o autorizzazioni formali. Promuoviamo l'autorganizzazione, il cosumo consapevole, il riciclo e il riutilizzo, per uscire dalla catena consumistica che questa società ci impone.

Rivendichiamo la necessità di spazi di aggregazione dove mettere in pratica quello che impariamo nelle scuole e nelle università, per condividere le conoscenze, perchè la cultura non è una merce e non è in vendita.

Per questo abbiamo deciso di riappropriarci di un pezzo dimenticato della nostra periferia per farlo rivivere e renderlo un luogo di socialità, libero da meccanismi di profitto e di consumo.

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